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La mia mente vagava raminga alla ricerca di un argomento di cui parlare. Le vittime dei botti? Ce ne sono ogni anno. Mio commento: idioti!
Parlare delle disgrazie nel mondo? Ma che facciamo? Ci roviniamo subito l'anno appena nato. Chi pensa negativo a Capodanno, pensa negativo tutto l'anno (basto io!)
E allora...non sapevo proprio di che cosa scrivere! Poi l'occhio mi è caduto su due libri: uno l'ho finito poco dopo Natale. L'altro proprio oggi. E ho deciso di parlarne.
Il primo si intitola "Shikò, una bambina di strada" di Renato Sesana, un padre missionario in Africa, uno di quegli uomini che ti fanno apprezzare alcuni lati (molto nascosti ahimé) della Chiesa, quella vera, che va in aiuto ai poveri e bisognosi.
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Ma a Shikò va bene. Viene aiutata da delle persone onorevoli e viene condotta alla casa di Anita, dove può studiare, mangiare tutti i giorni, avere un letto dove dormire. All'inizio e dura, ma presto Shikò riacquista il sorriso. E il suo vero nome: Malaika. Che in swahili significa "angelo".
Il mio voto: 9
Perchè questo voto: è un libro profondo e molto riflessivo. Senza patetismi, senza stupido vittimismo, narra di violenze inaudite alle quali sono sottoposti i bambini di strada. Non solo a Nairobi, ma nel resto del continente, i bambini di strada sono centinaia di migliaia. Vittime silenziose di un sistema capitalista asservito al dio denaro, che tutto distrugge e niente conserva, un sistema che ha letteralmente distrutto le colorite culture africane, creando una crisi d'identità in un popolo smarrito. Il degrado li spinge a rubare, a drogarsi. Spesso e volentieri sono vittime di violenze sessuali da parte dei poliziotti che li arrestano. Vengono venduti per sesso, obbligati a prostituirsi. Di tutto questo l'occidente per bene non sa nulla, annebbiato dal suo benessere e sempre in cerca di nuove pretese. L'unica pretesa, anzi desiderio, che hanno queste persone è poter sopravvivere e, magari, diventare adulti. Molti di loro non possono ottenere nemmeno questo. Muoiono giovanissimi, per colpa del flagello dell'Africa: l'AIDS. E nessuno ha accesso alle cure. E l'occidente se ne frega...
A chi è consigliato: a coloro che vogliono aprire gli occhi su quella parte del mondo che tutti vogliono dimenticare.
Il secondo libro è di un'autrice belga molto eccentrica e dotata: Amélie Nothomb. Il titolo è "Acide sulfurique".
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Il mio voto: 7-
Perchè questo voto: il tema affrontato è molto interessante: la morte in diretta. In un mondo ormai dominato dai reality show, il punto più basso potrebbe essere toccato proprio da un simile reality. L'avidità e il voyerismo degli spettatori, zombi inebetiti, schifa l'autrice, che in questo libro versa proprio l'acido solforico, come da titolo. Per contro, il libro si fa più lento, e il finale è un pò scontato. Insomma, la Nothomb, fenomeno letterario degli anni '90, comincia a perdere colpi.
A chi è consigliato: a tutti coloro che odiano i reality show.
E' tutto, per questo 1 gennaio.
See ya!
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