Saturday 31 March 2007

POESIOLA: ANNI RUGGENTI

Poesia molto polemica, di qualche annetto. Naturalmente sempre attuale! :-|

Un dentifricio che fa miracoli

Un aceto così buono

Che rende commestibile anche l’erba

Urla il televisore

In un tripudio di balle e finti miti.

La bellona di turno

Con le tette rifatte

Dalle mammelle di silicone

Bocche adoranti ciucciano latte putrido

Nelle gambe strette in calze contenitive

Migliaia di quarti di bue maschio

Vorrebbero entrare per non uscirvi più.

Sorrisi finti e vite dorate

Che nella realtà non hanno mai trovato casa

Tette in bella vista anche quando fa freddo

A riempire teste più vuote del vento.

Questi sono i nostri anni ruggenti:

viva gli anni ruggenti!

Viva il nostro occidente civilizzato…

E al diavolo puttane, bambini sfruttati,

Barboni e immigrati!



Alla prossima!


3 comments:

Anonymous said...

O_O Beh... un pò acida con la società, e fin qui...
Ma è acida anche con le tette al vento!

:-) Povere tette al vento... :-P


PS: sono tornato al mio lavoro di "scrittore di puttanate", il blog è ritornato alla vita!

Anonymous said...

Ciao! Oggi sono a casa perchè non ho voglia di andare in uni...
Allora, vediamo...ah, si! Le tette al vento sono belle ma sinceramente dopo un pò mi stufano. Preferisco le tette piccole e i crani pregni...
Comunque è vero...eri veramente molto inacidita quando hai scritto sta poesia! :-O

Anonymous said...

La poesia: bella ma meno poetica di altre che hai scritto. Si vede chiaramente come hai voluto puntare tutto sul significato prima che sul significante, ma questo e' un peccato. Sarebbe stato piacevole poter godere anche del significante, dato che hai gia' dimostrato come sai scrivere armoniosamente.

Il messaggio: che dire se non che hai purtroppo e tristemente ragione? Del resto come anche tu accennavi nel tuo altro post e' piu' importante stare a discutere del nome della figlia di Totti, dell'ultimo flirt di Rossi o della prigionia di Paris Hilton piuttosto che dei problemi del mondo. In fondo a nessuno piace sentire un telegiornale dove si parla di drammi e tragedie... ed i telegiornali devono riuscire a vendersi ai loro spettatori o rischiano di non fare audience ed i loro direttori di essere licenziati per la dura legge del mercato. Per questo piu' pilu per tutti alla faccia non solo del Terzo Mondo ma anche del nostro mondo, dei nostri pensionati che fanno la fame, dei nostri senzatetto che muoiono di freddo in inverno, etc, etc.

Una riflessione aggiunta: negli anni '90, in una sorta di boom anti-puritano, vi e' stata un'esplosione di donne copertina in ogni campo della vita sociale, dalla televisione alle pubblicita', passando per l'edicola ed i calendari.
Ricordo ancora perfettamente l'anno in cui vi fu il primo calendario di Anna Falchi: ero adolescente e con ormoni in subbuglio ed era difficile non fare caso a quei megaposter sparsi per tutta Milano che mostravano quella schiena e quei glutei semicoperti di sabbia sulla riva del mare. Ma all'epoca quello era stato un qualcosa di nuovo, di insolito, di conturbante anche proprio per questa sua unicita'. Prima di allora non c'erano ancora state donne nude a fare la reclame del tonno, non c'erano pubblicita' di dedoranti con seni in piena evidenza, non c'erano edicole straboccanti fin da agosto con mille e piu' calendari di ogni minima soubrette o neanche tale con forme in piena evidenza. Quell'immagine di Anna Falchi era qualcosa di nuovo, ma qualcosa che diede il via (o fu semplice preambolo) ad un decennio in cui non sarebbero stati piu' pupazzi animati, attori americani ultracinquantenni (mmmmm... the' Lipton) o l'uomo del Monte (alla fin fine un bastardo imperialista, ma da bambini non ci pensavi a queste cose) a dominare nelle pubblicita'. Gia' i tempi del carosello apparivano lontani, ma era impensabile che da quel Natale quell'immagine della schiena e dei glutei di Anna Falchi sarebbe diventata forse l'immagine piu' pudica offerta nelle pubblicita', anche laddove il prodotto in questione non era un calendario di una rivista per maschietti.
Non sono un puritano, non mi scandalizzo per le forme femminili che anzi amo guardare ed ancor piu' disegnare o descrivere, ma con questo non sono per nulla compiaciuto da cio' che e' successo dopo quell'immagine di Anna Falchi, dopo quegli inizi di anni '90. Sono sinceramente triste per le generazioni dopo la mia, le generazioni cresciute (o che ancora stanno crescendo) di fronte a questa nuova realta' di donne copertina, di donne oggetto, di curve eplicite, seni e glutei scoperti. Sono triste non solo al pensiero di come la mentalita' di questi futuri uomini venga formata con principi ed idee sbagliate verso le donne (e le donne verso loro stesse, ambendo come massimo obiettivo appunto a finire in topless in qualche spot), ma anche perche' a queste nuove generazione e' stato rubato un senso dell'erotismo raffinato che ormai non puo' piu' esistere, che non puo' piu' essere percepito.
Tutti quindi hanno avuto di che perderci in quel boom degli anni '90: i maschietti, le femminucce e l'eros stesso. Un vero peccato.