Thursday 28 February 2008

CHIAVI DI RICERCA DI FINE FEBBRAIO

E anche il mese di febbraio è finito. Ho ricevuto quattro offerte di lavoro pacco ma oggi un'offerta interessante. Il mio problema, comunque, è sempre il solito: andare o non andare in Irlanda? E se si, quando? Lavorare un pò in Italia oppure no?
Ma di questi dubbi esistenziali me ne occuperò in modo approfondito in un post specifico.
Oggi 28 febbraio, ancora chiavi di ricerca. Mamma mia, quante! 25 pagine di chiavi di ricerca. Impossibile elencarle tutte.
Allora, cominciamo con la solita top three:
1- Compleanno: di chi?
2- mare: ho capito, ti piace il mare
3- topolino porno: A5728720-9.gif
E ancora:
- certi sogni: si li faccio anche io. Meno male che non li hai descritti! Nervous
- dolcemiele travesta: prego? confused
- imagini divertenti: complimenti per la tua conoscenza della grammatica italiana! Oh, ho sentito un tonfo: Dante che si rivoltava nella tomba! Nervous
- immaggini divertenti: deve essere sempre lo stesso/a!
- poe chi sogna di giorno eleonora: guarda non saprei dirti se Poe abbia mai sognato Eleonora di giorno. Ma sicuramente di notte ha sognato, Berenice, Ligeia e Morella!
- siediti paziente sul greto del fiume e aspetta che passi il cadavere del tuo nemico: se vuoi, aspetta con me. Prima o poi passerà. E se dovesse metterci troppo tempo, possiamo sempre dargli una mano noi! evil laugh emoticon
- "detesto gli italiani": anche io! E pensa che lo sono
- amici miei trapianto di culo: si questa scena è mitica!
- bianca e berni porno: cosa? E non ti basta Topolino? Adesso pure Bianca e Bernie!!!
- blog fatto di donne infarcito di nudi di donne: mi spiace, hai sbagliato lidi!
- job hunt italia: si una gran faticaccia!
- lancia coltelli ai vip: magari così ce ne toglie dalle palle qualcuno!
- quando vengono i tokio hotel a vigevano: non lo so e non mi interessa saperlo!
- ragazze nude saronno: non ne conosco
- tema ke inizia:la cosa ke la gente non capisce dei compleanni e che nessuno dice mai è che quando si hanno undici anni se ne ann anke 10,9,8,7,6,5,4,3: cosa? E tu hai il coraggio di scrivere in questo modo? Tu,essere inferiore, a qualsiasi sesso tu appartenga, o impari a scrivere o giuro che ti fustigherò pubblicamente! Curse
- testo descrittivo - odori che sento mentre vado a scuola: dipende da dove passi!
- video sexy di meggy di bologna: non conosco questa zocc...ooops, "signorina" di Bologna!
- zia mi lava le parti intime: de gustibus...
And so on. Sono veramente tante, e queste sono indubbiamente le più interessanti.
Del resto, le vie del web sono infinite. E se persone normali lo visitano, lo fanno anche gli svitati. E gli analfabeti huh~
See ya! tuzki17


Wednesday 27 February 2008

QUANDO SI DICE PRENDERE PER IL CULO

Ieri chiamata dell'agenzia di lavoro interinale. C'è un posto disponibile come costumer service in un'azienda di Cesano Maderno.
Non potendo andare subito per motivi ben più importanti (colloquio di lavoro) vado oggi.
Vado li e domando di quel lavoro.
L'impiegata, tutta paciosa, mi risponde: "guardi, hanno chiamato un minuto fa e hanno detto che non hanno più bisogno, mi dispiace".
Mi dispiace? Lei ha detto mi dispiace? Ed io sarei corsa a Saronno in agenzia per sentirmi dire questo?
La tentazione di afferrarla per il collo e di mandarla a cagare, vomitandole addosso tutte le maledizioni del creato era forte. Perché certe incompetenze non sono tollerabili.
Cerco di trattenere il fuoco che arde dentro di me e le mie crisi di male assoluto e le dico, con voce ferma che fa trasparire la rabbia:
"Scusi signorina, quindi lei mi sta dicendo che io sarei venuta qui per niente?"
E lei: "ma no, tanto abbiamo il suo nominativo e sicuramente la richiameremo. Le troveremo un lavoro"
Ed io, sempre più incazzata: "Ah si? Sono iscritta qui da due mesi, e quanti lavori mi avete trovato? Che fine ha fatto il lavoro che mi avevate proposto due settimane fa?" (per la cronaca, un posto ad centralinista).
E lei: "eh l'azienda ha rinunciato. Ha messo una sua dipendente".
Ed io, mentre i miei occhi lanciavano fiamme, ho concluso: "Non credo proprio che una persona così scarsamente competente come lo è lei potrà mai trovarmi un lavoro"
Senza attendere risposta, me ne sono andata sbattendo la porta.
E poi c'è qualcuno che mi dice di avere ancora fiducia. E che non dovrei andare in Irlanda. Quando si sentono queste cose, ti viene la voglia di andartene e non tornare mai più.
Adesso è meglio che finisca qui o divento scurrile.
See ya!

P.S. se osano ancora chiamarmi credo che le mie bestemmi e maledizioni le sentiranno fino a Dublino!

Tuesday 26 February 2008

RIDIAMOCI SU


Credo che, se voglio ancora riuscire a vivere umanamente, devo riderci su. Proprio come fa Aries. Magari potrei ottenere anche più visitatori Emoticon
Ad ogni modo penso che quasi tutti gli avventori abituali e semi abituali di questo blog sappiano che ormai da due mesi sono alla ricerca, non dico di un lavoro estremamente appagante e ben pagato, ma almeno dignitoso. Insomma, un lavoro che non mi faccia pensare di aver gettato allegramente nel cesso i miei cinque anni di sudati studi universitari.
Ecco, ora dovete sapere che forse potrei anche entrare nel Guinness dei primati. In ben un mese ho ricevuto quattro offerte di lavori di merda, sottopagati e che mi hanno fatto seriamente pensare che, se invece di perdere cinque anni a studiare all'università per imparare a parlare inglese quasi quanto gli inglesi, avrei potuto andare subito a lavorare e adesso avrei un lavoro di tutto rispetto.
Ma procediamo con ordine:
- primo lavoro di merda: inizi di febbraio mi chiama una ditta di Corsico che sta cercando urgentemente una centralinista. In poche parole era venerdì mattina e questi pretendevano che io corressi immediatamente a Corsico (che, sottolineo, da dove abito io non è propriamente dietro l'angolo) per firmare il contratto e lavorare subito da lunedì. Alle mie domande questi risponde: "la centralinista si è licenziata in tronco e ci serve subito una sostituta". E li comincio a sentire puzza di bruciato: perché si è licenziata in tronco? Se una persona trova un altro lavoro da il preavviso. Non si licenzia in tronco. Se un dipendente sbatte la porta l'affare è losco.
Io allora, il più professionale possibile, gli dico che ho un altro colloquio nel pomeriggio (ed era vero) e non posso essere li subito. Lui si informa, mi chiede dov'è, cerca in tutti i modi di convincermi a venire. E poi se ne esce con questa frase "Guardi signorina che una neolaureata non può pretendere niente di meglio. E poi qui dentro potrà fare carriera". Allora, prima di tutto grazie per la frase: un gran colpo basso al mio già bassissimo self-esteem! Secondo...se un'azienda ti dice che farai carriera, allora vuol dire CHE NON farai carriera!
Si fissa un colloquio per mercoledì che io prontamente disdico.
- secondo lavoro di merda: la INA Assitalia mi chiama. Al primo colloquio mi dicono che stanno cercando impiegati commerciali. Da come lo descrivono il lavoro sembra interessante. Ma poi esce la magagna! Al secondo colloquio si tolgono la maschera e scoprono le carte: dovrei lavorare come operatore di call center, chiamare la gente e convincerla a stipulare polizze e poi andare da questa gente, si a casa, a illustrare la polizza. Il tutto per la faraonica cifra di 500 euro al mese più eventuali provvigioni. La tentazione di mandarli a cagare è stata forte, ma mi sono trattenuta.
Anche qui si sono informati sui miei colloqui, se c'era possibilità di assunzione ecc...E poi, dopo avermi detto che avrei dovuto pagare...udite udite! 200 euro per lavorare, mi hanno ancora descritto una carriera dorata all'interno dell'azienda.
Morale della favola: ho rifiutato anche questo "lavoro", se così si può chiamare.
- terzo lavoro di merda: un'agenzia che si occupa di servizi per i vip, cercava un'assistente bella e magra e che parlasse bene l'inglese per poter avere contatti con i suddetti vip. In poche parole, per meno di 1000 euro al mese avrei dovuto fare la zoccola e magari beccarmi pure qualche palpatina! Il sogno di molte ragazze vuote come pozzanghere nel deserto, ma non mio.
- quarto e ultimo lavoro di merda: un'azienda di Milano mi chiama urgentemente ieri perché stanno cercando un'apprendista (non stregone) ma segretaria. Informandomi su internet mi sono resa conto del tipo di lavoro: promoter/venditore. Ma bene! Benissimo!
Morale della favola: quando si va a pesca si pesca sempre qualche scarpone. Io ne ho il sacco pieno ma nessun buon pesce.
Secondo: la prendo con filosofia. In fondo potrebbe andaer peggio: potrebbe piovere! (cit.) Playing in the rain
See ya! hug

Monday 25 February 2008

C'E' CHI,,,

...Ama plagiare i blog altrui.
Da qualche giorno a questa parte ho sentito di alcuni blog che sono stati plagiati. Uno di un'amica di Aries, l'altro di un'amica blogger di Mony76. E visti i due plagi nel giro di pochi giorni ho sentito il dovere di dire la mia.
Onestamente, e parlo con il cuore in mano, per me il plagio è la cosa più abbietta che una persona può commettere. Rubare le fatiche, i pensieri, gli sfoghi e i sentimenti di un'altra persona è un furto che va ben oltre ogni furto tradizionale. Puoi rubare dei soldi, ma questi prima o poi li recupererai. Ma rubare le emozioni, i sentimenti, l'intimità...E' come se ti rubassero l'anima.
Ti senti nuda quando succedono queste cose. Vulnerabile, arrabbiata, delusa e pure depressa. Ti domandi perché si è arrivati a ciò. Io penso che queste persone, oltre a non avere fantasia, sono pure invidiose. E certo, perché magari i loro blog non se li caga nessuno. Magari scrivono solo fesserie e magari sono pure arrivati commenti acidi.
Allora...vedi questo bel blog. Tanti frequentatori. Bei post. L'invidia che provi è tanta. Forse ci si domanda "perché lei si e io no?". E allora si copia. Ottenendo così l'effetto contrario.
Spesso e volentieri sono finita su blog più frequentati del mio. Anzi, posso anche affermare che TUTTI i blog della mia blogroll hanno più visitatori del mio. Ma MAI, e sottolineo MAI, mi sono permessa di copiare altri blog o anche solo di pensare di farlo. Perché so cosa vuol dire essere derubata dei propri sentimenti.
Si, è strano che un blog come il mio con al massimo 50 visite al giorno (nei giorni di grazia) sia stato plagiato. Ma è successo. Tanto tempo fa. Ai primi tempi quando al massimo avevo 15 visite al giorno. Forse la plagiona ne ha approfittato perché era sicura di non essere sgamata. Forse. Sta di fatto che poi ha chiuso il blog!
Ad ogni modo, tutto il mio disprezzo va a queste persone. E anche un piccolo consiglio: se volete veramente essere apprezzati, avere dei visitatori, siate voi stessi. Scrivete quello che vi sentite dentro, mostratevi per quello che siete in realtà, e troverete persone che vi apprezzeranno. Potrebbe capitarvi come a me, con pochissimi visitatori e poche persone che mi apprezzano, e farvene una ragione. Non tutti sono nati per essere apprezzati. Oppure, se non avete fantasia, dedicatevi all'orto. Che è meglio.
See ya!

Sunday 24 February 2008

SEMBRA IERI...

La scimmietta ritratta nella foto sono io. Avevo otto anni. Ricordo benissimo quando scattai quella foto. Era per il mio certificato di nascita. Avevo appena finito di frignare perché non volevo fare la foto. Mia mamma mi aveva promesso che, se avessi fatto la foto, avrei avuto un bel gelato. Feci la foto ed ottenni il gelato...che si pappò per metà mia madre O.o
Era il 1989 e giocavo ancora con le bambole. Già in me stava crescendo come una pianticella spontanea il germe della scrittura. Ogni tanto, al riparo da occhi indiscreti, mi dilettavo a scrivere storielle fantastiche che solo i bambini sono in grado di scrivere.
Vivevo in un mondo tutto mio dove ero io la protagonista e dove tutti mi rispettavano. Tutto il contrario del mondo reale. Forse è per questo che ora non ho fiducia in me stessa! >.<
Sembra ieri che ascoltavo le canzoni dei cartoni animati e mi dilettavo a scrivere favole. Eppure sono passati quasi vent'anni.
Avrei mai pensato, all'epoca, di diventare così?
Da scimmia a brutto anatroccolo! >.>
A volte non mi riconosco più in quelle foto. E veramente mi stupisco nel pensare quanto questi anni siano letteralmente volati via.
E pensare che all'epoca le giornate erano lunghe settimane, le settimane mesi e i mesi anni. Ora i mesi mi sembrano lunghi giornate! E sembra che il tempo voglia correre via e io non riesco ad inseguirlo.
Ma...cambiando argomento. All'epoca non dovevo preoccuparmi di quello di cui mi devo preoccupare ora: il lavoro. Per dovere di cronaca (nera) ho due colloqui questa settimana. Certo avere dei colloqui è già qualcosa, ma tra qui e avere un lavoro ce ne passa. Forse a fine mese prossimo sarò ancora a spasso. Chi vivrà vedrà... :-D
See ya!

P.S. questo è il classico post cretino della domenica, tanto nei fine settimana questo blog non se lo caga nessuno! ;-)

Saturday 23 February 2008

DUE GIORNATE UN PO' COSI'

Si, avrei dovuto parlare di Ushio e Tora. Da quando ho postato quel post arrivano ogni giorno al mio indirizzo di gmail email minacciose di mio cugino che mi intima a parlare di Ushio e Tora. Ma dovete sapere che ho avuto due giornate un pò così, e non ho potuto né ho avuto voglia di scrivere.
No, stavolta il lavoro non c'entra (si sono sempre a spasso e si, ormai è sempre più forte la voglia di mandare un cv nell'isola di smeraldo) ma la mia salute fisica. No, lo so che stavate già esultando ma non sto morendo ( gné gné gné... plez)
Tutto è iniziato giovedì sera. Come quasi ogni sera, ero seduta al computer a farmi gli affari miei e a pensare al mio romanzo. All'improvviso, mentre sto scrivendo una frase in chat con un amico (per fortuna non era il solito irlandese nerd, altrimenti avrei dato la colpa a lui.) sento una specie di stilettata alla scapola sinistra. Così, all'improvviso, come se mi avessero conficcato un pugnale nella schiena.
Il dolore provato, credo, non abbia avuto niente da invidiare ad una pugnalata nella schiena. Anzi, credo proprio che chi viene pugnalato alla schiena provi proprio quel genere di dolore.
Cercando di non lamentarmi mi stendo sul letto nel tentativo di trovare una posizione adatta a sentire meno dolore. Invano. Il dolore, di riflesso, si era irradiato pure sul davanti.
Un pò di pomata e sul fianco destro per mezz'ora, il dolore un pò si attenua. Una nottata abbastanza tranquilla.
Ieri ancora dei dolori mentre respiravo. Un coltello che si conficcava nella schiena ad ogni riempimento di polmoni.
Oggi sembra che la situazione sia notevolmente miglirata.
Che cos'era? Uno stiramento, un crampo, uno strappo, una macumba? Vallo a sapere.
Di una cosa sono certa. Da quando ho compiuto 27 anni sto cadendo a pezzi. Sarà l'età. tongue
See ya! love you
(Oddio, emoticon tipicamente femminili! shocked)

Wednesday 20 February 2008

MODERATO CANTABILE


Ok...dovrei parlare di Ushio & Tora. Ma ho detto prossimamente. E prossimamente sarà. Lo farò sicuramente, anche perché quello su U&T sarà un post piuttosto lungo e deve essere ragionato. Insomma, devo convincere alcune persone che si stanno avvicinando al manga da poco. toung
Ad ogni modo, questo libro è stato scritto nel 1958, da Marguerite Duras. Per chi ama molto leggere ed avventurarsi senza paracadute nei meandri della letteratura, Marguerite Duras è colei che scrisse il romanzo autobiografico "L'amante" da cui è stato anche un film. Ma la Duras è anche stata una scrittrice francese di notevole bravura e grande spinta riformatrice.
Ora non starò qui a parlare del "Nouveau Roman" perché sarebbe un argomento troppo lungo e noioso e rischierei di annoiare i lettori (pochi) di questo umile blog.
Posso solo affermare che questo libro, per la sua complessità e grandi potenzialità, non è per tutti. Non perché ci voglia chissà qualche cervello per leggerlo, ma perché prima di tutto bisogna avere delle basi di letteratura francese e perché è di una complessità che non è facile da cogliere.
Per un lettore ingenuo, o anche semplicemente inesperto o amante dei libri più semplici e appassionanti, "Moderato Cantabile" sembrerebbe un libro privo di capo e coda. Si stancherebbe di leggerlo a partire dal secondo capitolo. La sua immobilità, staticità quasi fastidiosa e addirittura a volte pesante, farebbe si che questo venga considerato un libro praticamente illeggibile.
Ma non lo è. In realtà è la storia di un'immobilità, di un presunto adulterio tra Anne, una giovane donna borghese tormentata, e Chauvin, un operaio del porto. Una storia d'amore mai iniziata e quindi mai finita, che ha come spunto la morte di una giovane donna per mano del suo amante. Anne, rimasta sconvolta da questa morte, comincia a fantasticare con Chavin, su questo amore, e sul loro possibile amore clandestino. Ma l'incapacità di entrambi di scegliere, di sopportare il peso delle conseguenze, fa si che la loro storia d'amore non abbia mai inizio.
I personaggi sono statici, bloccati nella loro immobilità e inettitudine. "Moderato Cantabile", una sonatina triste di Diabelli, che il figlio di Anne sta imparando a suonare, fa da sfondo a questa immobilità. Se non si ha il coraggio di portare a termine i propri desideri, ogni cosa rimane così com'è, perdendo quindi l'opportunità di una vita migliore.
E' stupefacente quanto questo libro rispecchi molto la nostra società , la nostra immobilità e la nostra paura dei cambiamenti. Ogni donna può essere Anne, come ogni uomo può essere Chauvin. La coppia di amanti sfortunati, che ha come simbolo la donna uccisa dall'amante, è il simbolo del pericolo del salto nel buio, del cambiamento, salto nel buio che sconvolge profondamente Anne.
Un'eco joyciana percorre questo brevissimo romanzo, dove la tristezza e l'immobilità regna incontrastata, come "moderato cantabile" di Diabelli.
"Qu'est-ce que ça veut dire "Moderato Cantabile"? [...] "Moderato, ça veut dire modéré, et cantabile, ça veut dire chantant, c'est facile"
Il mio voto per questo romanzo è un bel 9. E, comunque, lo consiglio a tutti coloro che hanno il coraggio di mettersi alla prova.
See ya!

P.S. dal libro hanno tratto un film con Jean Paul Belmondo. Introvabile, ovviamente!

Tuesday 19 February 2008

PADRE PADRONE - IL FILM


Avevo detto che avrei parlato di Ushio e Tora. Ma Ushio e Tora possono attendere anche qualche giorno. E' di questo film che voglio parlare oggi. Un film che, a mio dire, chiunque dovrebbe vedere.
E' di Vittorio e Paolo Taviani. Uscito nel 1977 vinse la palma d'oro al festival di Cannes. Uno dei pochi festival che, ancora oggi, premia film di qualità. Una palma d'oro, a mio dire, decisamente meritata.
Chi guarda questo film non si può certo aspettare di vedere esattamente ciò che è stato letto nel libro. Né il film può essere un pretesto per non leggere il suddetto libro autobiografico di Gavino Ledda. Questo film è una lettura magistrale di uno dei libri più sconvolgenti e meravigliosi mai letti negli ultimi anni. Un libro dove, senza piagnistei né patetismi, viene descritta la brutale vita dei pastori sardi, e la loro condizione peggiore a quella dei servi della gleba.
Bellissima la scena finale, in cui appare Gavino Ledda intento a tagliare i piccoli rami di un grosso ramoscello. Poi, l'autore si avvicina all'uomo che nel film interpreta suo padre e, porgendogli il bastone, dice "mio padre mi picchiava sempre con questo".
Indimenticabile poi la scena in cui il padre di Gavino (questa scena nel libro non c'è), non appena sente i bambini ridere della sorte toccata al bambino (abbandonare la scuola per fare il pastore) rientra in classe e picchiando il bastone su un banco urla "Nessuno rida di Gavino. Oggi è toccato a Gavino, domani potrebbe toccare ad uno di voi". I volti pietrificati dei bambini fanno capire benissimo la terribile sorte toccata al bambino.
E' un film meraviglioso e toccante. Non ci sono tantissime scene dialogate, ma il panorama aspro dell'entroterra sardo fa da sfondo meraviglioso all'asprezza della vita dei pastori, e alla durezza della vita del piccolo Ledda, fatta di botte e solitudine.
L'affrancamento del giovane Gavino è ben descritta nella scena del militare. Qui appare un giovanissimo Nanni Moretti che diventa l'artefice della liberazione e dell'acculturamento del giovane pastore sardo, che parla a malapena l'italiano e diventa abilissimo nel parlare il latino.
Finale ed emblematica la scena in cui padre e figlio si scontrano fisicamente. La sconfitta del padre, la partenza del figlio. La scena bellissima di Gavino che entra nella stanza del padre e si china per prendere la valigia sotto il letto. Poi appoggia istintivamente la testa sulla gamba del padre. Per un attimo, la mano del padre padrone, che lo ha sempre picchiato, sembra volersi aprire in una tenera carezza, per poi subito chiudersi in un pugno che, però, non è in grado di sferrare. La sconfitta del padre padrone, vittima e carnefice allo stesso tempo.
Un film che, senza esagerazione, merita un bel 10.
Un'interpretazione magistrale.
Lo consiglio a tutti. In special modo ai Sardi. Perché, questo film come il libro, è una parte del loro mondo.
See ya!

Monday 18 February 2008

PROSSIMAMENTE SU QUESTO BLOG...

Ushio e Tora. Più che un manga.
Mi ha commosso. A me. Io, che non mi sono commossa nemmeno per la morte della mamma di Bambi. Mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. Che se lo venisse a sapere il mio ragazzo (e lo verrà a sapere perché legge quotidianamente questo blog) mi toglierebbe il saluto, visto che lui odia i manga (Tora, per favore, non lo divorare!).
Un manga che è riuscito a commuovermi nel profondo merita una mia recensione. Prossimamente (forse anche domani) sul mio blog.
Chissà che non riesca a convincere altri a leggerlo.
See ya

CI SONO MOMENTI...

...In cui lo sconforto mi assale e vorrei mandare affanculo tutto il mondo.
Ci sono momenti in cui vorrei giurare a me stesa vendetta a tutti coloro che mi hanno rifiutata o bistrattata durante la mia vita. E vi posso giurare che sono tanti. C'era gente che aveva detto che non ero in grado di frequentare le scuole superiori perché ero troppo "somara" e perché non avevo voglia di studiare. Mi sono diplomata. E persino in una scuola tecnica ben più complicata del liceo.
C'era gente che avrebbe mai scommesso un soldo bucato su di me. E sono laureata.
Adesso c'è gente che non vuole scommettere su di me perché forse non sono "idonea". Dimostrerò pure a quelli che valgo qualcosa. E poi dirò loro: andate tutti affanculo...merde! Riuscirò a farlo senza dover vendere l'anima? =P
Scusate la scurrilità.
See ya

Sunday 17 February 2008

FREEDOM

freedom

Poesiola del ciufolo, un inno alla libertà da qualsiasi regola borghese imposta dall'alto.
Scritta in un momento di sconforto (del resto, quando ti vengono a dire che vogliono offrirti un lavoro come venditore di polizze assicurative a ben 500 euro al mese, dipingendoti una carriera favolosa che mai farai, beh un pò ti girano e ti chiedi se non hai scritto "deficiente" in fronte emoticons), in un momento in cui avrei voluto essere ovunque tranne che in Italia. Anche nella lontana Erzegovina. Molto meglio in Irlanda (touchée) tongue

I've lived tied with chains
And I thought I was free
I realized I was prisoner
Then I was desperated

I decided to break free
And I don't care about nothing
I want to break free
I want to make mistakes

Life is one
Too short
and too rapid
I must live

I don't care about
What other people will think
That's my life and nobody
Must ruin it

I want to fly away
I want to make mistakes
I want to learn
How to live


Vi prego non dite niente. Già il fatto che pubblichi sta roba è da ricovero al nosocomio! Ma del resto nel fine settimana questo blog non se lo caga nessuno, quindi posso permettermi di pubblicare tutta la spazzatura che voglio! happy
See ya! happy

Friday 15 February 2008

MILANO 14-02-2008 H 15:30

Una giornata come tante, a Milano. Il solito traffico. I mezzi pubblici. Ad un certo punto un boato: un bus e un tram si sono scontrati. Bilancio: una donna di 52 anni morta e 21 feriti, di cui tre gravi. Perché? Tutto per colpa di un suv, che si era trovato sulla corsia preferenziale nel momento sbagliato, obbligando il conducente del bus a sterzare bruscamente, finendo contro il tram.
Il guidatore del suv, si dice sconvolto. Afferma di aver dovuto sterzare perché due pedoni gli avevano tagliato la strada. qui l'articolo di oggi.
Quello che è successo a Milano ieri è un fatto di enorme gravità. E mette ancora una volta in luce la mancata sicurezza sulle strade, il fatto che ci siano in giro troppi "ganassa", come si dice a Milano, che non sono capaci di guidare e creano disastri, e soprattutto un'ulteriore condanna a quella macchina chiamata suv. Il suv è una macchina pericolosissima, nelle mani sbagliate. E guarda caso finisce quasi SEMPRE nelle mani sbagliate. In caso di urto con un pedone, con una macchina normale e a velocità moderata (circa 30 Km/h) allo sfortunato pedone gli vengono spezzate le gambe, contusioni varie, ma ce la può fare. Nel caso di scontro con un suv, il povero pedone viene praticamente fatto a pezzi.
Troppo spesso questi macchinoni inutili, ingombranti e molto costosi ( il modello base non costa mai meno di 50.000 euro e bevono più di un cammello assetato nel deserto del Gobi) servono come status symbol. Come dire: io ho i soldi e lo devo dimostrare. Non so quante volte mi è capitato di vedere mamme incapaci alla guida di quei bestioni fare cazzate innominabili e andargli sempre bene. Una volta io stessa ho rischiato uno scontro con uno di quei mostri, e solo perché ho i riflessi pronti ho evitato di distruggere la macchina.
Bisognerebbe riflettere su queste cose. E forse cercare di stare più attenti.
Oggi i conducenti dell'Atm, alle ore 15:30, osserveranno un minuto di silenzio per le vittime dell'incidente. Che si poteva felicemente evitare, se solo qualcuno avesse voluto evitare di fare il pirla per evitare il traffico.
See ya

Thursday 14 February 2008

UNA GIORNATA PROPRIO PERFETTA

Tutto nella vita ha un prezzo ma...
Svegliarsi al mattino dopo aver fatto un incubo terrificante nel quale un non identificato malato mentale mi inseguiva in accappatoio con l'idea di sposarmi, alzarsi pronta per una bella doccia calda e....trovare solo acqua gelida proprio mentre vuoi spaparanzarti e dimenticare la notte infernale! NOOOOOOO! Credo che il mio urlo da guerriero unno l'abbiano sentito anche a Dublino!
E poi...smadonnamenti vari per via dell'acqua calda che non arriva. Aspetto dieci minuti, consumo inutilmente ettolitri d'acqua e quella calda non arriva.
Smadonnamenti mattutini e abluzioni con acqua gelida.
Poi...vado in cucina con l'intento di farmi un thé caldo e cosa trovo? La cucina che è peggio del Titanic dopo l'affondamento, mia mamma disperata che non sa che pesci pigliare, la gatta che miagola fradicia falle orecchie alla coda. I tubi del lavandino...non si sa come, non si sa come mai...si sono rotti! Acqua dappertutto.
Ancora incazzatura mattutina, camminando in cucina come si cammina a Venezia quando c'è l'acqua alta.
Ecco...una giornata così non ha prezzo. Per il resto c'è Mastercard...che io non ho!
See ya!

Tuesday 12 February 2008

TE L'AVEVO DETTO!

Da quando sono piccola mi sento dire questa frase, nel bene e nel male.
Molti me l'hanno detta a fin di bene perché, ben più esperti del mondo di quanto non lo sia io (e vi posso garantire che il fatto di avere ben 27 anni e non essere esperta mi pesa assai) e, di fronte ai miei sconforti, mi hanno dimostrato che mi sconfortavo per niente.
Altri mi hanno detto questa frase perché, sentendosi come Gesù nel tempio, hanno visto che una strada da me intrapresa non aveva dato SUBITO (e lo sottolineo per far capire che NIENTE arriva subito) dei risultati positivi. Vabbé.
Adesso aspetto di poter dire anche io "te l'avevo detto". Per ora non è ancora successo. Aspetto...
See ya!

P.S. @ Sweetie: tu non ci crederai, ma mi sa che anche io sto cadendo vittima del fascino di Betty Boop (No Aries, ti prego, non impiccarti! :-P)

Monday 11 February 2008

REGOLE D'ORO

Anche oggi una giornata piena. Colloquio stamattina alla INA Assitalia, ore 11. Cercano assicuratori da fare "crescere" all'interno dell'azienda. Onestamente, fare l'assicuratore non è l'aspirazione ultima della mia vita, ma se non dovessi trovare niente di buono, e se dovessero chiamarmi per un secondo colloquio, potrei sempre lavorarci per sei o sette mesi.
Il secondo questo pomeriggio. Secondo colloquio in una casa editrice svedese. Forse mi assumono. E questo sarebbe un lavoro interessante, perché potrebbe darmi competenze interessanti.
Per il resto...che dire? Bisogna tenere duro. In Italia, forse di più che in altri paesi, si fa fatica a trovare un lavoro che piaccia e che dia qualcosa. Mai lasciarsi andare comunque. Altrimenti è la fine.
Ed è per questo motivo che mi sono venute in mente tre frasi che un carissimo amico (Aries) mi disse in un momento di sconforto. Ed io le elenco qui, perché sono perle di saggezza:
- Carpe diem: bisogna prendere l'occasione buona al momento che si presenta, o potrebbe non ripresentarsi più;
- no pain, no gain: in tutto ciò che si fa, durante la propria vita, si soffrirà e si sbaglierà. Ma nessun male viene per nuocere, ed ad ogni errore, ad ogni sofferenza, si impara qualcosa;
- quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare: tutti sono capaci a fare i "fighi" quando le cose vanno bene, ma si trovano poche persone che lottano con le unghie e con i denti quando sembra che tutto vada storto e che la spirale possa risucchiarti da un momento all'altro. La maggior parte delle persone si "lascia andare", rifiuta i sogni e si "accontenta" di un quacosa che da poca o nulla soddifazione. I sogni sono difficili da seguire, ma bisogna lottare, sputare sangue...
Grazie, perché mi hai fatto capire molto e mi hai dato la forza di andare avanti...
See ya!

P.S. domani pomeriggio altro colloquio. Ma devo ammettere che l'offerta non mi interessa molto. Dove si parla di taglia di abiti, bella presenza e altezza, onestamente io vorrei tenermi alla larga il più possibile...

Saturday 9 February 2008

CHIAVI DI RICERCA CARNEVALESCHE

Visto che qui a Milano e dintorni si festeggia il carnevale ambrosiano, traslato di una settimana rispetto al resto d'Italia, ho deciso di parlare anche oggi di chiavi di ricerca. E, visto le chiavi di ricerca che sono saltate fuori anche questo mese, comincio a pensare che sia tutto un grosso, immenso scherzo di carnevale. shock emoticon
Ecco la classifica di questa prima metà del mese:
1- Compleanno: di chi?
2- mare: si piace anche a me
3- topolino porno: freeze Ormai non c'è più bisogno di spendere parole.
E poi ancora:
- colonialismo e alcolismo: si, a volte erano collegati. In effetti quasi tutti i popoli assoggettati, almeno negli USA, soffrono di alcolismo cronico. Credo un modo per dimenticare che razza di idioti si sono presi le loro terre;
- ho letto tra donne sole: complimenti! Pure io!
- certi sogni: ogni tanto si fanno.
- Poe chi sogna di giorno Eleonora: complimenti per l'Italiano. Comunque non so dirti se Poe sognasse di giorno Eleonora e di notte Berenice o viceversa
- voyeur blog: blog sbagliato, mi dispiace
- blog "mia foto nuda": vedi foto di donne nude qui? Emoticon
- carnevale schiuma -vietata -divieto -ordinanza -prezzi -offerte -party: non ci ho capito niente. Cosa intendevi dire?
- cerco topolino: anche io ne cerco tanti, ma è difficile trovarli
- come umiliare un uomo: digli che ce l'ha piccolo!
- due minuti di odio di orwell: ce li ho anche io, quando vedo Berlusconi!
- foto donne beccate nuda: impara l'italiano!
- la sua puzza di sudore eccitata: de gustibus...
- le corna di mia moglie mi arrapano: ti sei sposato con una mucca?
- michela porno: non conosco nessuna michela (con la m minuscola) porno
-picachu cartone: ho sempre odiato quel piccolo bastardo! angry emoticon




And so on...
Inoltre...come ho detto oggi qui è Carnevale. E io odio il Carnevale. La tanica di benzina è già pronta... evil
See ya!

Friday 8 February 2008

SYBIL

Sybil è un racconto lungo (non me la sento di chiamarlo romanzo, mi suona un pò troppo pomposo per quello che ho scritto) che ho scritto nella prima metà del 2005.
Ricordo che trovai lo spunto per il romanzo la sera del 26 dicembre 2004. Allora esisteva un programma in seconda serata, diretto da Marco Berry, che si intitolava "invisibili". Venivano intervistati dei barboni, e veniva ricostruita la loro vita e ciò che li aveva portati a vivere per strada. Era un bel programma, anche se magari, conoscendo la Mediaset, qualcosa di inventato e di romanzato c'era. Ad ogni modo, quella sera Berry aveva intervistato un ragazzo di circa una trentina d'anni, che viveva da una vita per strada. Ed era stato portato via dal padre quando era ancora bambino. Aveva vissuto per strada, facendo l'elemosina, aveva subito violenza sessuale dal padre ed era finito a fare film pedopornografici, fino a quando non era riuscito a scappare dal padre, mentre viaggiavano su un treno senza biglietto.
Questa storia, anche se credo per la maggior parte inventata, mi ha veramente colpita. E così è nata la storia di Sybil.
La trama si snoda più o meno così: Sybil è un personaggio pubblico. Ma non è una donna, bensì un uomo travestito che, come il nostro Platinette, finisce in televisione e dice la sua. In realtà Sybil è Oliver, un ragazzo dal passato che vuole dimenticare. E lo vuole dimenticare creandosi questa identità fittizia, con una vita fittizia, e che lavora in un mondo fittizio. Tutto ciò che lo ha afflitto da piccolo, il trauma che si porta dietro. Tutto deve essere dimenticato. Ma si può veramente dimenticare?
E' questo il "romanzo" che, una volta finito (l'ennesimo) editing, finirà su Lulu.
Ed ho voluto, giusto perché non sono per niente sana di mente e i miei lettori sono masochisti, proporre un estratto di questo romanzo.
La parte in cui il piccolo Oliver, di soli sei anni, viene brutalmente strappato all'amore della madre per finire sull'auto di un padre che non ha mai conosciuto, verso una meta sconosciuta.

Aveva sei anni. Sembra tanto tempo fa. Sembra quasi un secolo.
Aveva sei anni e viveva una vita normale. Viveva in un casa tranquilla in un quartiere tranquillo. Indossava vestiti puliti e faceva la doccia quasi tutte le sere. Andava a scuola e anche al catechismo. Mangiava le torte di mele che gli faceva la mamma.
La mamma. Era una bella donna giovane con il sole negli occhi e le stelle che brillavano nei suoi denti. Era la dolcezza fatta in persona per un bambino di sei anni. Il suo idolo, il suo unico punto di riferimento.
Aveva sei anni ed era un bambino normale. Forse un poco snob. Ma alla fine non era una cosa tanto fastidiosa, per un bambino che viveva in un quartiere residenziale pieno di borghesi come lui.
Andava in chiesa tutte le domeniche. Pregava dio ed era felice per quello che gli aveva dato. Il sole brillava ogni giorno nei suoi occhi, anche quando pioveva.
Aveva sei anni e si sentiva il bambino più felice del mondo. Era sicuro che nessuno avrebbe spezzato quell'idillio paradisiaco in cui viveva. Lui e la sua mamma. Per sempre. Felici.
Pioveva quel giorno. Era un tranquillo giorno di fine estate. Aveva passato tutto il pomeriggio al parco a giocare con Monique, la sua migliore amica. Una ragazzina italo-francese che si divertiva sempre a chiamarlo “Dolcemiele”. A lui piaceva quella parola, anche se faceva finta di esserne infastidito. E gli piaceva pure quella ragazzina.
Quel pomeriggio avevano giocato tutto il giorno sull'altalena e sullo scivolo, lui e Monique. Poi ad un certo punto si erano infilati nei tupi di cemento armato che chiamavano trenino. Li si erano seduti l'uno di fronte all'altro e lui le aveva preso la mano. Le aveva messo al dito anulare della mano sinistra un anellino di plastica dorata, con la pietra rossa di plastica, che si trova nelle patatine.
- Questo è il mio anello di fidanzamento- le aveva detto. - Quando sarò grande ti sposerò.
Lei aveva sorriso. Aveva perso due denti davanti.
- Monique e Dolcemiele: potrebbe essere bello-
Avevano riso e poi si erano dati il bacetto della promessa. Labbra contro labbra, dolcemente, come un battito d'ali.
Stava pensando a quella cosa, quella sera. Pioveva. Una sera di fine estate. Era nel suo letto,c on il suo orsacchiotto tra le braccia e guardava il soffitto. Non riusciva a dormire. Avrebbe voluto andare di la, dalla mamma, ma lui sapeva benissimo che lei lo avrebbe rimandato a letto e allora se ne stava li, con l'orsacchiotto in mano, a guardare il soffitto e a pensare al bel pomeriggio passato al parco con Monique.
C'era stato un tuono molto forte e lui aveva infilato la testa sotto le coperte, spaventato. L'aveva ritirata fuori e aveva guardato fuori dalla finestra.
Un altro tuono, ma stavolta lui non si era spaventato. Aveva visto una macchina, parcheggiata sotto i lampioni. Non riusciva a capire di che colore fosse. Era parcheggiata sotto i lampioni,mentre l'acqua veniva giù a dirotto. Era parcheggiata proprio di fronte alla loro casa. Che cosa ci faceva li?
Un uomo era sceso da quella macchina. Se ne stava li, sotto l'acqua, a guardare la loro casa. Aveva la barba lunga, nera. Indossava dei pantaloni tutti sgualciti e una camicia di flanella, troppo pesante per la stagione.
Se ne stava li, quell'uomo, a guardare la casa. Fermo come una statua di marmo, con la faccia rivolta alla porta. Lui si era stretto l'orsacchiotto al petto.
Poi aveva cominciato a muoversi e con passo spedito si era diretto verso la porta di casa.
L'aveva sentita aprirsi, sbattere.
- Cosa diavolo ci fa qui?-
Era la voce di sua mamma. Conosceva quell'uomo?
- Cosa ci faccio qui? Sono venuto a riprendermi mio figlio, ecco cosa ci faccio qui!-
- Tu non ti riprendi proprio nessuno-
- E' mio figlio. Ho diritto di stare con lui-
- Non dopo la decisione del tribunale. Tu non hai diritto di vedere Ollie perché sei un uomo violento-
- E' colpa tua se mi hanno impedito di vedere mio figlio. Tu, con le tue moine, le tue lacrime da femminuccia stupida. E stupidi sono stati quei deficienti dei giudici, che ti hanno dato retta. Adesso ridammi mio figlio-
Suo padre? Una volta lui glielo aveva chiesto, alla mamma. Ma dov'è il mio papà? E lei gli aveva risposto, sorridendo, che lui era andato in cielo.
Adesso suo padre è li. Allora la sua mamma gli ha raccontato una bugia? Perché?
- Dov'è mio figlio? Non ho tempo da perdere, fammelo vedere-
- Tu non vedi proprio nessuno!-
- E levati!-
Un rumore sordo. Come di un corpo che cade a terra.
- Mamma!-
Arrivato in salotto aveva visto la mamma stesa per terra, con il naso sanguinante.
L'uomo gli si era avvicinato e lo avevano guardato con occhi vitrei. Istintivamente aveva stretto più a sé il suo orsacchiotto, come a chiedere a quel pezzo di stoffa di difenderlo da quella persona che aveva fatto del male alla sua mamma.
Era un uomo robusto. E adesso alla luce del salotto lo poteva vedere meglio. Alto, enorme, con indosso una camicia a quadrettoni e un paio di jeans tutti strappati.
Una barba ispida e nera gli ricopriva il viso.
Quel visto non gli ispirava per niente simpatia. Non perché fosse fisicamente brutto od orripilante, come i mostri e gli orchi delle sue favole. Erano i suoi occhi, azzurri, gelidi.
- Ciao Oliver- aveva detto l'uomo. - Sono il tuo papà-
- Non ti avvicinare a lui!-
In un disperato tentativo di difendere il figlio, lei si era attaccata ai pantaloni dell'uomo e non lo lasciava andare.
Non te lo farò portare via. Non ti permetterò di portare via il mio bambino!-
L'uomo l'aveva guardata e poi le aveva dato un pugno in faccia, stendendola a terra in una piccola pozza di sangue scuro.
- Mamma...mamma!-
Voleva avvicinarsi a lei, aiutarla. In quel momento si sentiva l'uomo di casa. Con i suoi sei anni, di fronte a quell'uomo imponente, voleva difendere la sua mamma.
L'uomo lo aveva afferrato per il braccio destro prima ancora che lui potesse avvicinarsi a lei.
- Lasciami andare- aveva gridato.
L'uomo lo stava trascinando via. E lui non poteva fare assolutamente niente. Aveva solo sei anni. Era come lottare contro i mulini a vento.
- Mamma, mamma. Lasciami andare!-
- Fai il bravo e vieni con me. Se fai il bravo ritornerai presto dalla mamma-
Si era ritrovato improvvisamente sotto l'acqua battente e fredda, che gli colava sul viso, sul corpo.
In pigiama, con il suo orsacchiotto di pezza ormai zuppo, era stato fatto salire di peso su quella macchina e la portiera si era richiusa violentemente dietro di lui. Chiusa, con la chiusura d'emergenza.
- Adesso andiamo in un bel posto. E se ti comporterai bene, rivedrai presto la mamma.-
L'uomo si era voltato verso il bambino. Un bimbo di sei anni, bagnato, spaventato e in lacrime.
- Sono tuo padre, non ti voglio far del male. Lo so forse tua mamma ti ha detto che io ero morto ma aveva detto una bugia. Voleva allontanarmi da te, tuo padre. Io alla fine ti voglio bene, e non voglio farti del male.-
La macchina era partita. Sotto la pioggia. Oliver aveva fatto in tempo a vedere la mamma correre fuori, tutta bagnata, il viso insanguinato. L'aveva sentita urlare il suo nome, mentre piangeva. Non l'aveva mai vista così. Disperata. Impotente. Non avrebbe mai pensato che sua madre potesse essere così fragile.
Lei poi si era accasciata a terra, nell'acqua e nel fango, dopo pochi metri di corsa sfrenata dietro la macchina.
L'uomo, suo padre, così' diceva di essere, aveva guardato poi nello specchietto retrovisore. Aveva visto lei, stesa a terra, e un ghigno di soddisfazione gli aveva illuminato il viso.
- Povera scema. Correre dietro ad una macchina. Si prenderà un malanno-
Poi aveva riso. E poi il silenzio.
Mentre correvano sotto l'acqua, in quella macchina che puzzava di alcool, lui aveva rivisto tutta la sua breve vita. E in un attimo i fotogrammi di quel pomeriggio passato al parco giochi con Monique, l'anello, il bacio.
Era successo quel pomeriggio. Era così felice. E adesso si ritrovava su quella macchina che puzzava di alcool.
Prima lezione per Oliver. Un attimo prima sei felice. Un attimo dopo, sei seduto su una macchina che puzza di alcool, bagnato fradicio, con solo un pigiama addosso, accanto ad un uomo che non conosci, verso una meta che non si conosce.

See ya!

Thursday 7 February 2008

JOB HUNT- PARTE III

Siamo ancora qui. A due mesi dalla mia laurea, sono ancora in cerca di un'anima buona che voglia offrirmi un lavoro.
Ieri ancora a Milano. Ho fatto il giro di due agenzie di Milano centro a cui ho umilmente consegnato il mio curriculum nella speranza che possano girarlo a qualche anima pietosa che si commuova di fronte alla mia inettitudine e mi dia un lavoro, e poi ancora un annuncio sul corriere, per la "modica" cifra di 62 euri. Se vado avanti così spenderò tutto il mio patrimonio in annunci sul giornale e sarò ancora disoccupata.
Poi ieri, mentre le nuvole neve coprivano la mia mente, un raggio di sole. Arriva una chiamata della Inassitalia di Como che, dopo aver avuto il mio nominativo dall'università, mi vuole per un colloquio. Evidentemente stanno cercando schiavi, oops, nuove leve da inserire nel loro organico. Ho un colloquio alle 11 di lunedì. Tutto normale, se non fosse per un fatto che mi da fastidio: vogliono una mia foto.
Allora, già al primo colloquio serio che feci vollero la mia foto. E onestamente sta cosa della foto mi da fastidio. Non credo che assumano le persone in base a quanto siano fiche oppure no. Almeno spero. Però mi da lo stesso fastidio. Anche perché, parliamoci con il cuore in mano: io fra trent'anni non sono più come sono adesso, ovvero così:
C'è chi dice che sono carina (no, dicono altro ma io ho attenuato) anche se ho i miei dubbi a riguardo. beh, a parte ciò, fra trent'anni non sarò più così. L'aspetto fisico è irrilevante, ma se non è correlato dal cervello, beh, è meno utile di un preservativo in un circolo di eunuchi.
Ecco perché il mio fastidio per la foto. Sicuramente valuteranno anche altro di me, ma il fatto che ci sia una foto, che possano valutare anche riguardo il mio aspetto fisico mi da i nervi.
L'unica cosa che mi consola è il fatto che questa procedura valga anche per i maschi. Anche se credo che valga molto di meno che con le donne ngomel
Spero ci siano delle novità positive nel giro di breve tempo. Altrimenti... flag
Ok, ok, la pianto di dire cavolate! hahaha
See ya! emoticon (mi piaceva questa)

Tuesday 5 February 2008

ANCORA SOGNI STRANI...

Forse è per via dello stato psicologico in cui mi trovo, che non è dei migliori e che è ben lungi dal migliorare. Forse è il mio cervello che è totalmente bacato.
Un sogno più strano, stanotte, non lo potevo fare.
Ero a casa di mia nonna, al terzo piano di uno stabile anni '70. C'erano la mia gatta e la gatta grigia di Francesco. Non chiedetemi cosa ci facevano li, perché i sogni son misteri. So solo che stavano "competendo" tra di loro a chi era più veloce. Ad un certo punto corrono sul balcone si lanciano. La micia raggiunge il balcone di fianco. La mia non ce la fa e cade di sotto. Vi posso garantire che non era un bello spettacolo da vedere. Povera la mia micia cicciona!
Nel sogno piangevo lacrime amare. E chi non lo avrebbe fatto, nel vedere il proprio adorabile gatto spiaccicato sull'asfalto?
Il sogno finiva che andavo, senza speranza, in un canile a cercare un altro gatto.
Che devo fare, devo giocare i numeri al lotto? Chissà, magari mi va bene. E sarebbe l'unica cosa che mi andrebbe bene in questi periodi. =P
See ya!

Monday 4 February 2008

LUNEDI'

Good Monday

E' lunedì. Piove. Fa freddo. Un tempo da schifo.
E' lunedì. E ancora niente di niente. Ancora disoccupata, ancora parassita, ancora incazzata perché nessuno mi chiama e sto anche convincendomi che non valgo niente. E' colpa della pioggia. Forse. Sono metereopatica.
E' lunedì. Vorrei andare ad infestare con la mia nauseante presenza alcune agenzie di lavoro interinale di Milano, ma...piove. E poi mi fa male in ginocchio sinistro non appena faccio venti metri. Devo andare dal medico che, se non esagero al massimo, già lo so non mi darà nulla.
E' lunedì. Qualcuno si finge Nostradamus e mi prevede cosa accadrà questa settimana? Positiva, negativa o neutra?
See ya!

Saturday 2 February 2008

ANCORA COMPLEANNI

Glielo avevo promesso. Anche se non ha letto, io le promesse le mantengo sempre. Quindi...

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C'è qualcuno che è felice perché non più solo ad avere gli "enta" in casa. Ma ricordati che non sei più vecchia, ma solo più saggia (anche se qualcuno cercherà in tutti i modi di farti sembrare vecchia).
Ed ecco un "regalino" per te:

Betty Boop

See ya!

Friday 1 February 2008

LA DECISIONE


Pubblicherò finalmente su Lulu.
No, non è la decisione del momento perché sono disperata.
No, non è nemmeno un tentativo di rovinare il mondo con le mie opere bacate.
E' un desiderio che ho da tempo, ormai. Un desiderio che mi tormenta da anni.
Del resto, chiariamoci, oggigiorno se non sei raccomandato le case editrici non ti considerano nemmeno. E, se non scrivi opere molto commerciali, non si scomodano nemmeno a pubblicarti. E visto cosa va di moda recentemente, o sei già un nome, fattosi in tempi più propizi, oppure devi scrivere ciofeche piene di sesso sfrenato, pettegolezzi e nomi presi dalla pubblicità. In poche parole, o scrivi come Moccia o non si batte chiodo!
Quindi ho deciso di pubblicare la mia prima "opera" su Lulu. Non per fare soldi. Solo un idiota penserebbe di fare soldi pubblicando un romanzetto su un sito online. Ma semplicemente per sfida personale. Per vedere se quello che scrivo piace. Per migliorarmi sempre di più. Per mostrare a tutti che un pò di palle le ho anche io, e non sono una femminuccia paurosa.
Ma soprattutto per liberarmi di certe "educazioni" che mi insegnavano a "non tentare mai qualcosa di cui non sei sicuro al 100% della sua riuscita". Nemmeno fare la pipì ti da una riuscita al 100%! Se tutti avessero pensato così, a quest'ora ci saremmo già estinti (e non so se è un bene o un male).
Auguratemi buona fortuna. Come per il lavoro, ne avrò bisogno.
Il "libro" che pubblicherò? Ne comunicherò l'argomento in un secondo momento.
Per ora...
See ya!

P.S. @Sweetie: ho una sorpresa per te, domani! wink