Wednesday 5 November 2008

I HAVE A DREAM...


I have a dream that one day the state of Alabama, whose governor's lips are presently dripping with the words of interposition and nullification, will be transformed into a situation where little black boys and black girls will be able to join hands with little white boys and white girls and walk together as sisters and brothers. I have a dream today. I have a dream that one day every valley shall be exalted, every hill and mountain shall be made low, the rough places will be made plain, and the crooked places will be made straight, and the glory of the Lord shall be revealed, and all flesh shall see it together. This is our hope. This is the faith with which I return to the South. With this faith we will be able to hew out of the mountain of despair a stone of hope. With this faith we will be able to transform the jangling discords of our nation into a beautiful symphony of brotherhood. With this faith we will be able to work together, to pray together, to struggle together, to go to jail together, to stand up for freedom together, knowing that we will be free one day.
Questo diceva Martin Luther King negli anni '60. Quando l'idea di una libertà vera per tutti, bianchi e neri, era praticamente un'utopia. Quando esistevano ancora, in un paese che si definiva il più democratico del mondo, barriere e leggi razziali. Quarant'anni dopo il sogno di Martin Luther King si è, forse, avverato. Per la prima volta nella storia degli USA è stato eletto un presidente di colore. Barack Obama sembra essere l'incarnazione di quel progresso, di quel cambiamento, di quel riscatto che gli Americani aspettavano da anni. Obama sembra essere l'uomo nuovo, il nuovo Roosvelt, una pagina di storia appena scritta, che un giorno ci potrà far dire orgogliosi "I was there". Con Obama, forse, potrei ricominciare a credere un pochino negli USA. Con Obama, forse, le cose cambieranno un poco. Credo in lui. Spero riesca dove gli altri presidenti hanno fallito. Tutte cose.

2 comments:

Sean MacMalcom said...

Gli USA sono riusciti (forse) a dare un taglio con il loro passato, nella speranza di un futuro migliore. Ora tutto e nelle mani di Obama... a lui non sprecare la possibilità di dare un nuovo volto al suo Paese ("Da grandi poteri derivano grandi responsabilità").

Per noi, intanto, come giustamente ha ricordato Di Pietro, non cambia purtroppo nulla. Abbiamo ancora il nostro psiconano, la nostra calendarista delle pari opportunità (per usare una definizione soft), il nostro nuovo ed incombente '68... e compagnia andante. :(
Che schif...

P.S. spero che il commento non si perda come l'ultimo.. @.@

duhangst said...

Per gli USA il cambiamento è storico, per il mondo bisognerà attendere..