Friday 16 May 2008

PENSIERI SPARSI

Non e' tutto rose e fiori. E questo gia' lo sapevo.
Speravo che almeno in Irlanda avrei potuto avere piu' possibilita'. Mi sbagliavo.
Per ora non ho ancora trovato nulla di nulla. Va bene, e' passata poco piu' di una settimana e la pazienza non e' esattamente una dei miei pregi. Ma so solo che, se entro un mese non trovo un lavoro, dovro' ritornare in Italia con la coda fra le gambe, a subire l'umiliazione di chi sta meglio di me, di chi ha avuto piu' successo, i rimproveri dei miei, le dita puntate, il sentimento di fallimento che mi perseguita da una vita ormai.
Se torno in Italia vorra' dire che sono una buona a nulla. Oddio, questo gia' lo sapevo. Che delusione per tutti.
See ya :-(

P.S. perche' gli altri si e io no? :-((

3 comments:

duhangst said...

Nessuno nella realtà è un buono a nulla, ricordatelo sempre, soprattutto poi se una persona si da da fare come te. Si può avere successo e a volte no, ma non significa non essere capaci.
Non arrenderti e sopratttutto sii brava a capire qual'è il lavoro che potrebbe darti la maggiore possibilità di crescita. Iniziare dal basso e vedere giorno dopo giorno al propria crescita, da un enorme soddisfazione.

Anonymous said...

La cosa importante è provarci sempre, insistere e lottare, ma è necessario (secondo me) avere ben chiaro dove si vuole arrivare, altrimenti la meta rischia di diventare solo un capriccio.

Filippo

Sean MacMalcom said...

I miei due cent, per quello che valgono...

A costo di sembrare ripetitivo anche oggi voglio dedicarti una canzone o, meglio, un pezzo di una canzone.

E i sogni, i sogni,
i sogni vengono dal mare,
per tutti quelli
che han sempre scelto di sbagliare,
perché, perché vincere significa accettare,
se arrivo vuol dire che
a qualcuno può servire,
e questo, lo dovessi mai fare,
tu, questo, non me lo perdonare.

E figlia, figlia,
non voglio che tu sia felice,
ma sempre contro,
finché ti lasciano la voce.
Vorranno
la foto col sorriso deficente,
diranno:
"Non ti agitare, che non serve a niente"
e invece tu grida forte
la vita contro la morte.


A prescindere su come andrà a finire questa tua esperienza (io credo e spero comunque bene) non iniziare a buttarti giù pensando "dovrò ritornare in Italia con la coda fra le gambe, a subire l'umiliazione di chi sta meglio di me, di chi ha avuto più successo, i rimproveri dei miei, le dita puntate, il sentimento di fallimento". E' sbagliato.
Tu non avrai "perso" se fra un mese tornerai a casa senza aver risolto nulla: avresti perso se non fossi mai partita, avresti perduto la tua dignità, il tuo diritto di dire "io sono". Invece, così, qualsiasi cosa succederà, tu avrai comunque vinto: perché sarai stata tu a decidere della tua vita, non permettendo ad altri di farlo al tuo posto, non scendendo a compromessi con la tua persona.
La vita è solo tua, non dei tuoi genitori, non dei tuoi amici, non dei tuoi parenti, non di alcun altro. E' solo tua... e rifiutarti di viverla per accontentare gli altri sarebbe il più grave errore che potresti mai fare.

Un abbraccio.