Questo libro lo volevo leggere da anni, ma mi è sempre stato quasi impossibile trovarlo (e la cosa è strana, visto quando è famoso Ledda, almeno a livello istituzionale). L'ho trovato per caso, in uno dei tanti Libraccio di Milano. L'ho trovato li, che mi ammiccava di comprarlo (come fanno tutti i libri: per me la libreria è la tentazione. Non riesco ad uscire senza aver comprato almeno un libro. Forse dilapiderò quasi tutto il mio stipendio in libri :-p). L'ho comprato e l'h0 letto, quasi d'un fiato. E mi ha stupito. Tanto da considerarlo uno dei migliori libri mai letti in tutti questi anni.
La trama:
E' un'autobiografia dell'autore. Egli, di appena sei anni, viene trascinato via dalla scuola dal padre. E' il più grande dei suoi fratelli, e deve aiutarlo con le pecore. L'educazione pastorale è dura, il padre si trasforma da paterno a patriarcale, o meglio in padrone. Sfruttato come uno schiavo fino all'età di 20 anni, quando parte per il servizio militare, dopo aver conseguito di corsa la V elementare, ma essendo ancora praticamente analfabeta. La vita militare gli permette di riscattarsi dalla morsa del padre. Studia come un forsennato giorno e notte. Consegue la licenza media. Ma non si vuole fermare. Ritornato a Sìligo, suo paese natale, sotto la pioggia di critiche della gente e la rabbia del padre, consegue il diploma ginnasiale. Ma non si vuole fermare. Dopo, il diploma di liceo, e persino la laurea. Ormai il conflitto con il padre è aperto. E dopo il suo ultimo rifiuto di sottomettersi, come faceva un tempo, la lite scoppia furibonda. Gavino non può più vivere sotto lo stesso tetto del padre. Andarsene è inevitabile.
Una grande forza di volontà, la voglia di riscattarsi prima dall'ignoranza e poi dalla figura dominante del patriarca, non del padre.
Il mio giudizio: 9
Perchè questo giudizio: è un libro dove traspare, in ogni parola, la voglia di libertà e ribellione. Gavino non si sottomette mai totalmente al padre. La ribellione cova in lui per anni, fino a quando non si libera totalmente dal suo giogo. Ma soprattutto è la grande forza di volontà che contraddistingue l'autore a essere il cardine del libro. Praticamente analfabeta fino a oltre i vent'anni, Ledda riesce addirittura a conseguire, a oltre trent'anni, la laurea. Studiando sodo. Una delle più grandi prove di volontà mai viste, che dimostrano come tutto sia possibile, se solo si vuole.
A chi è consigliato: oggigiorno la gente è abituata ad avere tutto. L'istruzione è vista come una noia, un suppellettile di cui fare volentieri a meno. I giovani non si rendono conto di quanto sono fortunati, e sputano nel piatto dove mangiano. Questo libro dovrebbe essere un "must" in tutte le scuole, perchè si capisca fin da subito quando lo studio è prezioso e utile. Perchè la cultura rende liberi. Un popolo bove è facile da dominare e sottomettere. Un popolo acculturato non lo si può dominare, né sottomettere.
See ya :-)
La trama:
E' un'autobiografia dell'autore. Egli, di appena sei anni, viene trascinato via dalla scuola dal padre. E' il più grande dei suoi fratelli, e deve aiutarlo con le pecore. L'educazione pastorale è dura, il padre si trasforma da paterno a patriarcale, o meglio in padrone. Sfruttato come uno schiavo fino all'età di 20 anni, quando parte per il servizio militare, dopo aver conseguito di corsa la V elementare, ma essendo ancora praticamente analfabeta. La vita militare gli permette di riscattarsi dalla morsa del padre. Studia come un forsennato giorno e notte. Consegue la licenza media. Ma non si vuole fermare. Ritornato a Sìligo, suo paese natale, sotto la pioggia di critiche della gente e la rabbia del padre, consegue il diploma ginnasiale. Ma non si vuole fermare. Dopo, il diploma di liceo, e persino la laurea. Ormai il conflitto con il padre è aperto. E dopo il suo ultimo rifiuto di sottomettersi, come faceva un tempo, la lite scoppia furibonda. Gavino non può più vivere sotto lo stesso tetto del padre. Andarsene è inevitabile.
Una grande forza di volontà, la voglia di riscattarsi prima dall'ignoranza e poi dalla figura dominante del patriarca, non del padre.
Il mio giudizio: 9
Perchè questo giudizio: è un libro dove traspare, in ogni parola, la voglia di libertà e ribellione. Gavino non si sottomette mai totalmente al padre. La ribellione cova in lui per anni, fino a quando non si libera totalmente dal suo giogo. Ma soprattutto è la grande forza di volontà che contraddistingue l'autore a essere il cardine del libro. Praticamente analfabeta fino a oltre i vent'anni, Ledda riesce addirittura a conseguire, a oltre trent'anni, la laurea. Studiando sodo. Una delle più grandi prove di volontà mai viste, che dimostrano come tutto sia possibile, se solo si vuole.
A chi è consigliato: oggigiorno la gente è abituata ad avere tutto. L'istruzione è vista come una noia, un suppellettile di cui fare volentieri a meno. I giovani non si rendono conto di quanto sono fortunati, e sputano nel piatto dove mangiano. Questo libro dovrebbe essere un "must" in tutte le scuole, perchè si capisca fin da subito quando lo studio è prezioso e utile. Perchè la cultura rende liberi. Un popolo bove è facile da dominare e sottomettere. Un popolo acculturato non lo si può dominare, né sottomettere.
See ya :-)
2 comments:
Sembra un bel libro, chissà se riuscirò magari a trovarlo.
Mi hai convinto. Lo compro.
Qui si dovrebbe trovare facilmente (in Sardegna).
Max
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