Friday 10 August 2007

I LIBRI/2: DON CAMILLO


Mi sono appassionata a questa "rubrica estiva". Quindi recensirò anche questo libro.
Giovannino Guareschi è stato uno delle penne più corrosive del secondo dopoguerra. Vedeva di cattivo occhio la repubblica e ancor di più cattivo occhio il Partito Comunista Italiano. I suoi interventi erano più dolorosi di un coltello nello stomaco, più brucianti del fuoco, più urticanti dell'ortica. Finì pure in carcere per 6 mesi per una vignetta satirica sull'allora presidente Leone.
Guareschi è stato spesso e volentieri snobbato dalla critica, forse anche per il suo sanguigno carattere di rude uomo della bassa, e liquidato freddamente come "scrittore di consumo" o "scrittore di storielline da quattro soldi". Ultimamente è stato rivalutato, e il fatto che egli abbia contribuito in modo significativo alla letteratura italiana del dopoguerra lo testimonia l'innumerevole numero di tesi di laurea scritte su di lui e l'immenso corpus di scritti critici.
Guareschi è diventato famoso per la raccolta di racconti su due personaggi molto noti al pubblico italiano e anche straniero: Don Camillo e Peppone. Prete reazionario e tradizionalista l'uno, comunista rosso fuoco l'altro. Sempre in lotta tra di loro, sempre a farsi scherzi, a volte pesanti ma quando è il momento di tenere una mano non si tirano mai indietro. Amici/nemici, in questa bassa padana del secondo dopoguerra.
Il libro scelto qui è il primo della serie, "Don Camillo", del 1948. Inutile descrivere una trama, perchè non c'è. Ma è un insieme di racconti che trasportano con sé un insegnamento morale.
Voto:
8
Perchè questo voto:
perchè prima di tutto non sono racconti stereotipati. Sia Don Camillo che Peppone hanno i loro difetti, ma anche grandi qualità. Sono personaggi a tutto tonto, personaggi vivi e palpitanti, in cui ogni lettore si può immedesimare.
I temi trattati affrontano la morale, ma anche l'amicizia e il rispetto. Qualsiasi sia il tuo schieramento politico, l'amicizia va oltre ogni screzio. E il rispetto lo si deve a tutti, anche se si è comunista o reazionario.
Gli ultimi racconti poi sono assai amari, e mettono di mezzo morti, ricordi penosi, dolore, ingiustizie. Guareschi non da una soluzione a questi problemi, anzi solleva quesiti. E questo fa si che i suoi racconti non siano "banali storielle di un rude uomo della bassa", ma veri e propri racconti di vita dove non esiste una soluzione ad ogni problema, e spesso la soluzione non c'è. Ma è l'umanità quella che conta, e per quanto ci si prenda sempre a cazzotti, questa non deve mai mancare.
A chi è consigliata la lettura:
a tutti coloro che amano storie vere e genuine.
Inutile parlare dei film tratti da questi racconti, perchè tutti li conoscono.
See ya :-)

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