Oggi mi sento in vena di riflessioni filosofiche terra terra. Quindi, chi ha orecchie per intendere intenda, gli altri...in camper con Paolo Bitta! :-D Naturamente non mi riferisco a nessuno in particolare!
Principalmente, esitono due grandi tipi di paura:
1- Paura di qualcosa che ti può distruggere;
2- Paura di qualcosa che non si comprende.
Nella prima categoria rientrano tutte quelle paure legate a dei pensieri o dei movimenti che hanno un certo appiglio sulla gente comune. In questa categoria rientra pure la conoscenza e la cultura, perchè fonte di apertura mentale e quindi di conoscenz e di avvicinamento alla verità.
In passato, i grandi apparati di potere, lo Stato e la Chiesa, avevano paura di quei movimenti che muovevano le coscienze della gente e che andavano contro dei dogmi che erano considerati dettati di da dio (ancora 'sto dio!) e che erano definiti inviolabili. Ecco il perchè dei cosiddetti movimenti ereticali che hanno sconquassato tutto il medioevo, dai valdesi, ai dolciniani, ai catari, ai patarini, ecc... Erano movimenti guidati da persone che avevano aperto gli occhi, anche se non necessariamente per cultura. Perchè la verità passa si per il canale preferenziale della cultura, scienza e conoscienza, ma non sempre. Questi movimenti, di cui io non posso definire ne la giustezza ne l'orrore dell'errore, erano diventati talmente grandi e forti che dovevano essere eliminati, perchè sconquassavano le fondamenta di dogmi inviolabili e facevano si che i "semplici", ovvero le masse, si allontanassero dai poli centrali per seguire una via che era diversa e che avrebbe minato quel fragilissimo apparato che era l'Europa medioevale.
Ma non solo. La paura colpiva anche quando movimenti canonici diventavano troppo forti e rischiavano di opporsi allo Stato o alla Chiesa. Ecco perchè i Templari, per secoli aiutanti fedeli della Chiesa e dello Stato, ad un certo punto vennero considerati nemici ed eliminati. Lo stesso vale per i Francescani, che attorno al Trecento rischiarono pure una condanna per eresia, e molti dei più ortodossi alla regola furono costretti alla fuga o vennero bruciati vivi sul rogo.
Parlando attualmente la paura si rivolge a tutte quelle persone che minano la solidità dei progetti di conquista "crociata" mascherata da "guerra al terrore", oppure rischiano di mostrare altarini di potenti che sono "moralisti" e "brave persone" per eccellenza. E visto che adesso la rogo non si possono più bruciare cristiani, anche perchè troppo "inumano", ci si limita a farli tacere, allontanandoli, screditandoli, minacciandoli.
La seconda paura è più vicina alle coscienze comuni.
Fin dall'antichità i grandi flussi migratori hanno toccato l'Europa in vari modi. Dalla diaspora ebraica ai flussi migratori attuali, l'Europa è stata "invasa" da genti simili per intelligenza e umanità, ma differenti per cultura e conoscenza. La paura del diverso è insita nella natura umana, come paura ancestrale che il "diverso" possa portarti via ciò che ti sei guadagnato con il sudore della fronte (e anche dando via il culo o altri orifizi, a volte :-p). Allora si vede il diverso come una minaccia. Nascono strane leggende e dicerie. In passato gli ebrei erano accusati di cannibalismo, di uccidere bambini in culla per poi usare il loro sangue per impastare il pane azzimo, durante la peste del 1348 erano stati accusati di aver avvelenato le acque dei cristiani e di aver propagato la peste, ecc...
Oggi la situazione non è cambiata. Non ci sono grandi stragi (almeno sotto i nostri occhi) né accuse eccessivamente eclatanti. Ma gli immigrati sono il capro espiatorio. Quando non conosci la loro cultura, essi diventano il simbolo stesso del male in terra. Loro sono i violenti, gli assassini, gli strupratori, ed ogni sorta di efferatezze. Sono il nemico da isolare, da odiare. E qualsiasi cosa essi facciano, diventa il simbolo stesso della loro malignità.
E riagganciandomi a ciò mi posso riferire a qualcosa di assolutamente attuale e mi pongo codesta domanda: se ad uccidere Vanessa Russo in metrò fossero state due italiane e non due rumene (dapprima etichettate che l'infame e generalizzante nome di rom), l'opinione pubblica avrebbe reagito in modo così aspro? La voce della rabbia popolare si sarebbe mai alzata così in alto, come una tempesta di sabbia nel deserto, accecando le coscienze e facendo urlare "niente pietà per le due bestie"? E soprattutto: certe barriere verranno mai superare oppure si andrà di male in peggio. Forse qualcuno pagherà le conseguenze del gesto di quelle due ragazze. Che sicuramente non volevano ucciderla la ventitreenne sul metrò, ma che sono state direttamente accusate di aver volutamente ucciso Vanessa.
Alla prossima
Principalmente, esitono due grandi tipi di paura:
1- Paura di qualcosa che ti può distruggere;
2- Paura di qualcosa che non si comprende.
Nella prima categoria rientrano tutte quelle paure legate a dei pensieri o dei movimenti che hanno un certo appiglio sulla gente comune. In questa categoria rientra pure la conoscenza e la cultura, perchè fonte di apertura mentale e quindi di conoscenz e di avvicinamento alla verità.
In passato, i grandi apparati di potere, lo Stato e la Chiesa, avevano paura di quei movimenti che muovevano le coscienze della gente e che andavano contro dei dogmi che erano considerati dettati di da dio (ancora 'sto dio!) e che erano definiti inviolabili. Ecco il perchè dei cosiddetti movimenti ereticali che hanno sconquassato tutto il medioevo, dai valdesi, ai dolciniani, ai catari, ai patarini, ecc... Erano movimenti guidati da persone che avevano aperto gli occhi, anche se non necessariamente per cultura. Perchè la verità passa si per il canale preferenziale della cultura, scienza e conoscienza, ma non sempre. Questi movimenti, di cui io non posso definire ne la giustezza ne l'orrore dell'errore, erano diventati talmente grandi e forti che dovevano essere eliminati, perchè sconquassavano le fondamenta di dogmi inviolabili e facevano si che i "semplici", ovvero le masse, si allontanassero dai poli centrali per seguire una via che era diversa e che avrebbe minato quel fragilissimo apparato che era l'Europa medioevale.
Ma non solo. La paura colpiva anche quando movimenti canonici diventavano troppo forti e rischiavano di opporsi allo Stato o alla Chiesa. Ecco perchè i Templari, per secoli aiutanti fedeli della Chiesa e dello Stato, ad un certo punto vennero considerati nemici ed eliminati. Lo stesso vale per i Francescani, che attorno al Trecento rischiarono pure una condanna per eresia, e molti dei più ortodossi alla regola furono costretti alla fuga o vennero bruciati vivi sul rogo.
Parlando attualmente la paura si rivolge a tutte quelle persone che minano la solidità dei progetti di conquista "crociata" mascherata da "guerra al terrore", oppure rischiano di mostrare altarini di potenti che sono "moralisti" e "brave persone" per eccellenza. E visto che adesso la rogo non si possono più bruciare cristiani, anche perchè troppo "inumano", ci si limita a farli tacere, allontanandoli, screditandoli, minacciandoli.
La seconda paura è più vicina alle coscienze comuni.
Fin dall'antichità i grandi flussi migratori hanno toccato l'Europa in vari modi. Dalla diaspora ebraica ai flussi migratori attuali, l'Europa è stata "invasa" da genti simili per intelligenza e umanità, ma differenti per cultura e conoscenza. La paura del diverso è insita nella natura umana, come paura ancestrale che il "diverso" possa portarti via ciò che ti sei guadagnato con il sudore della fronte (e anche dando via il culo o altri orifizi, a volte :-p). Allora si vede il diverso come una minaccia. Nascono strane leggende e dicerie. In passato gli ebrei erano accusati di cannibalismo, di uccidere bambini in culla per poi usare il loro sangue per impastare il pane azzimo, durante la peste del 1348 erano stati accusati di aver avvelenato le acque dei cristiani e di aver propagato la peste, ecc...
Oggi la situazione non è cambiata. Non ci sono grandi stragi (almeno sotto i nostri occhi) né accuse eccessivamente eclatanti. Ma gli immigrati sono il capro espiatorio. Quando non conosci la loro cultura, essi diventano il simbolo stesso del male in terra. Loro sono i violenti, gli assassini, gli strupratori, ed ogni sorta di efferatezze. Sono il nemico da isolare, da odiare. E qualsiasi cosa essi facciano, diventa il simbolo stesso della loro malignità.
E riagganciandomi a ciò mi posso riferire a qualcosa di assolutamente attuale e mi pongo codesta domanda: se ad uccidere Vanessa Russo in metrò fossero state due italiane e non due rumene (dapprima etichettate che l'infame e generalizzante nome di rom), l'opinione pubblica avrebbe reagito in modo così aspro? La voce della rabbia popolare si sarebbe mai alzata così in alto, come una tempesta di sabbia nel deserto, accecando le coscienze e facendo urlare "niente pietà per le due bestie"? E soprattutto: certe barriere verranno mai superare oppure si andrà di male in peggio. Forse qualcuno pagherà le conseguenze del gesto di quelle due ragazze. Che sicuramente non volevano ucciderla la ventitreenne sul metrò, ma che sono state direttamente accusate di aver volutamente ucciso Vanessa.
Alla prossima
1 comment:
Io aggiungerei anche una terza paura, che forse può includere anche le due che sono state analizzate qui: la paura dell'idiozia. Infatti l'idiota ha paura sia di quello che lo può distruggere, che sia un commento ironico o anche le idee di qualcuno più saggio di lui, sia del diverso, che sia donna, nero, musulmano, ebreo, cinese, ecc...ho spesso notato che l'idiota non solo vive di stereotipi che vanno dalla virilità romanzesca del maschio all'estremo vittimismo buffonesco della femmina, ma anche nell'incapacità di comprensione di questi micro-universi inseriti nel nostro grande universo, da qui la nascita delle leggende e degli stereotipi stessi.
Concludendo, a volte non riesco a capire come certa gente possa frequentarne altra, di ben più bassa lega. E con questo concludo, naturalmente senza fare riferimento alcuno. Tanto per chiarire: ci sono troppe persone eccessivamente egocentriche e permalose che frequentano questo blog!
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