PREMESSA (credo che sia necessaria per introdurre il post di oggi):
Scrivo dall'età di sette anni circa, anche se l'attività è diventata più abituale a partire dai dieci anni di età. Il racconto che ha inaugurato la mia "carriera" di "scrittrice" adolescente dilettante (molto, molto dilettante!!!) fu un racconto di fantasmi dal titolo ignoto (perchè non lo ricordo) che scrissi il giorno del mio decimo compleanno. Da allora, specialmente nelle vacanze estive, mi dilettavo a scrivere racconti di fantasmi. Potevo scrivere fino a trenta racconti all'anno, che raccoglievo in un quaderno ad anelli dalla copertina rosa che nascondevo bene in modo che nessuno lo trovasse (di essere sputtanata da mia madre in tutto il quartiere me ne guardavo bene). Scrissi quindi centinaia di racconti, fino all'età di diciassette anni circa quando, colta da un raptus di disgusto per me stessa più forte del solito (da notare che ne avevo almeno uno al giorno, mentre una volta al mese avevo il "grande raptus") presi questo quaderno, strappai le pagine le distrussi. Anni e anni di racconti gettati nella pattumiera. Ancora ad oggi mi domando come mai una decina riuscirono a salvarsi. Fino a qualche anno fa l'opera "archeologica" di ritrovamento era abbastanza assidua, per poi interrompersi quando cominciai a credere di aver ritrovato tutti i racconti perduti. Fino ad oggi.
Ed ecco l'inizio del post vero e proprio. Oggi, mentre rovistavo nell'armadio (che assomiglia più alla bolgia infernale dei consiglieri fraudolenti che ad un armadio), seppellito sotto quintali di maglioni che non metto da una vita, diari mai utilizzati, caramelle mummificate, ho trovato un quaderno ad anelli che non sapevo nemmeno esistesse. Blu, tutto rovinato. E li dentro ho trovato, avvolto amorevolmente da delle copertine di plastica (quelle dove si infilano i fogli perchè non si rovinino per intenderci) un racconto scritto nel 1998. Il suo titolo è "Gli inquisitori". Di questo racconto non conservo nessuna copia digitale. Quindi è un esemplare unico al mondo (e non so se sia un bene o un male).
Qualcuno potrebbe giustamente dire: dove sta la novità? Sta nel fatto che non ricordo di aver scritto quel racconto e, cosa ancora più assurda, mi è piaciuto. L'ho letto e mi è piaciuto. Mi è piaciuto lo stile e i temi. Assurdo! Io, che di solito odio tutto ciò che scrivo.
Ho deciso di riscriverlo a computer. Ma so già che sarà un'impresa ardua. Non tanto il riscriverlo, che è la cosa più semplice di questa terra. Tanto il resistere alla tentazione di modificarlo, correggerlo, perchè so benissimo che troverò sempre qualcosa che non va. Che ne so, una virgola, una parola, un accento. Sono la più spietata degli editor. E, solitamente, quando finsico un racconto questo è totalmente diverso da come è iniziato.
Mi è piaciuto un mio racconto: sarà la magia del Natale?
Dopo averlo scritto a computer, lo pubblicherò (forse) sul blog. Ai lettori ( i più malati di mente) la parola!
See ya
Scrivo dall'età di sette anni circa, anche se l'attività è diventata più abituale a partire dai dieci anni di età. Il racconto che ha inaugurato la mia "carriera" di "scrittrice" adolescente dilettante (molto, molto dilettante!!!) fu un racconto di fantasmi dal titolo ignoto (perchè non lo ricordo) che scrissi il giorno del mio decimo compleanno. Da allora, specialmente nelle vacanze estive, mi dilettavo a scrivere racconti di fantasmi. Potevo scrivere fino a trenta racconti all'anno, che raccoglievo in un quaderno ad anelli dalla copertina rosa che nascondevo bene in modo che nessuno lo trovasse (di essere sputtanata da mia madre in tutto il quartiere me ne guardavo bene). Scrissi quindi centinaia di racconti, fino all'età di diciassette anni circa quando, colta da un raptus di disgusto per me stessa più forte del solito (da notare che ne avevo almeno uno al giorno, mentre una volta al mese avevo il "grande raptus") presi questo quaderno, strappai le pagine le distrussi. Anni e anni di racconti gettati nella pattumiera. Ancora ad oggi mi domando come mai una decina riuscirono a salvarsi. Fino a qualche anno fa l'opera "archeologica" di ritrovamento era abbastanza assidua, per poi interrompersi quando cominciai a credere di aver ritrovato tutti i racconti perduti. Fino ad oggi.
Ed ecco l'inizio del post vero e proprio. Oggi, mentre rovistavo nell'armadio (che assomiglia più alla bolgia infernale dei consiglieri fraudolenti che ad un armadio), seppellito sotto quintali di maglioni che non metto da una vita, diari mai utilizzati, caramelle mummificate, ho trovato un quaderno ad anelli che non sapevo nemmeno esistesse. Blu, tutto rovinato. E li dentro ho trovato, avvolto amorevolmente da delle copertine di plastica (quelle dove si infilano i fogli perchè non si rovinino per intenderci) un racconto scritto nel 1998. Il suo titolo è "Gli inquisitori". Di questo racconto non conservo nessuna copia digitale. Quindi è un esemplare unico al mondo (e non so se sia un bene o un male).
Qualcuno potrebbe giustamente dire: dove sta la novità? Sta nel fatto che non ricordo di aver scritto quel racconto e, cosa ancora più assurda, mi è piaciuto. L'ho letto e mi è piaciuto. Mi è piaciuto lo stile e i temi. Assurdo! Io, che di solito odio tutto ciò che scrivo.
Ho deciso di riscriverlo a computer. Ma so già che sarà un'impresa ardua. Non tanto il riscriverlo, che è la cosa più semplice di questa terra. Tanto il resistere alla tentazione di modificarlo, correggerlo, perchè so benissimo che troverò sempre qualcosa che non va. Che ne so, una virgola, una parola, un accento. Sono la più spietata degli editor. E, solitamente, quando finsico un racconto questo è totalmente diverso da come è iniziato.
Mi è piaciuto un mio racconto: sarà la magia del Natale?
Dopo averlo scritto a computer, lo pubblicherò (forse) sul blog. Ai lettori ( i più malati di mente) la parola!
See ya
1 comment:
A questo punto, son curiosa...
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