Wednesday 2 January 2008

CHE COSA E' REALMENTE SUCCESSO?

Non so se vi state rendendo conto, ma questo blog sta diventando giorno per giorno sempre più personale (è forse per questo motivo che le visite aumentano?). Ci sarebbero molte cose di cui vorrei parlare. Potrei commentare le notizie del giornale. Ma onestamente mi sono stufata. Io ormai non credo più a nessuno. Prendo un pò di qua e un pò di la, e alla fine monto la verità. Perché la verità si trova un pò ovunque, basta saperla individuare. E poi, onestamente, ora comincio veramente a stancarmi. Che facciano quello che vogliono e mi lascino usare il mio cervello. Perché io, di "profeti" o "messia" non ne voglio seguire alcuno. Ed è proprio di questo che volevo parlare. Questa introduzione fa proprio da preambolo al mio delirium tremens di oggi.
Onestamente non posso dire con certezza quando c'è stata la "trasformazione". Probabilmente è avvenuta gradualmente, ed è per questo che non ricordo l'inizio. E solo ora, voltandomi a guardare la strada che ho percorso dalla mia infanzia ad oggi, mi sono finalmente resa conto di una cosa fondamentale e importante: ho imparato ad usare il mio cervello.
Quando si è piccoli, i genitori sono il punto di riferimento primario. Tutto ciò che dicono è come oro colato per noi, perché siamo sicuro che loro siano il bene. E facciamo quello che dicono.
Poi lentamente si cresce. La mente si forma. E arriva l'adolescenza, periodo più brutto e insidioso di tutta la vita. Si ha ancora bisogno di punti di riferimento, che però sono sempre meno i genitori e sempre più i compagni. Nasce la "legge del branco": c'è il leader e gli altri che lo seguono. E anche io, mio malgrado, ho fatto la stessa cosa.
Nella nostra scuola c'erano i cosiddetti "leader". Ovvero coloro che guidano le "rivolte" studentesche (sempre se si possano ancora chiamare con questo nome). Erano i "leader", provenienti da varie classi e varie sezioni, che si mettevano li, con il megafono, a parlare agli studenti. Li aizzavano, gli eccitavano, le surriscaldavano. A volte vedevo vere e proprie scene di delirio. Loro dicevano qualcosa, che poteva essere anche la più grande stronzata mai pronunciata da essere umano dotato di intelletto, che subito scoppiava un'ovazione festosa. Io stessa, lo facevo. Come drogata, come incapace di pensare, battevo le mani, urlavo "bravi", "sbavavo" metaforicamente. E facevo quello che volevano loro. Avevano un grosso potere. E qui, a distanza di anni, mi rendo conto del grande valore di questa massima: "chi domina la lingua domina il popolo".
Che pensavo io? Onestamente non me lo sono mai domandato. Non avevo una mia opinione, né mi sono mai sforzata di averla. Li guardavo dal basso, invidiandoli e volendo essere come loro. Perché io ero insignificante. E incapace di parlare.
Adesso, a distanza di quasi dieci anni mi viene da ridere solo a pensare a quello che quei "leader" dicevano. E ancora di più mi viene da ridere nel sapere quello che fanno ora: niente di grande. In realtà, loro non erano niente. Solo dei ragazzini che pensavano di aver ragione, ma che in realtà non avevano alcuna vera e propria forza impositiva. Aizzavano i ragazzini perché erano più giovani e inesperti di loro. E avevano bisogno di un leader. Io compresa.
Ma...c'è un ma. Molti di loro sono ancora come allora. Incapaci di pensare con il loro cervello. Si fanno ancora trascinare. Io...no! O almeno ci provo.
Io, l'insignificante ameba priva di qualsivoglia volontà. Io, ora uso il mio cervello e non seguo nessun leader o presunto tale. Ascolto tutti e traggo le mie conclusioni. E vado anche contro quello che i "leader" dicono, Beppe Grillo incluso. Che cosa è realmente successo?
Forse questo era dentro di me. Da sempre. Bastava risvegliarlo. E si è risvegliando crescendo. So solo che ora, quando uso il mio cervello e non mi faccio condizionare né dai conservatori né dai bastiancontrari quali Grillo, mi sento bene. Mi sento io. Ho un'identità.
Ho delirato abbastanza oggi.
See ya! thumb up

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