Questa è una bambina qualunque. O almeno lo era. E' stata bambina in un periodo in cui non c'erano i cellulari, i computer, le cinture di sicurezza, i video giochi. Si giocava ancora con le bambole, si saltava la corda e all'asilo si insegnava a dipingere e fare disegni. Amava molto i disegni liberi e amava scrivere piccole didascalie a pié di pagina (aveva quattro anni e sapeva già scrivere).
Era una bambina solitaria e la tristezza la si leggeva negli occhi. Non che lei si sentisse triste, perchè da bambini si trova sempre qualcosa che può dare la felicità. Amava star sola, giocare con i suoi giochi. Amava le macchinine e sua mamma non gliele dava. Non erano femminili.
Amava i vestiti da "maschietto" ma sua mamma la vestiva sempre con abitini color pastello e le faceva quel ridicolo codino che lei odiava. Tutto ciò la porterà in futuro a rinunciare alla sua femminilità, pur avendo un corpo di una femminilità decisamente imbarazzante!
Aveva una fantasia sfrenata che non riusciva a tenere a bada e non aveva nemmeno voglia di farlo. Immaginava cose che sicuramente tutti i bambini immaginano anche ora, ma lei pensava fosse diversa e se li teneva per sé. Quelle fantasie fantastiche la rendevano felice come non mai, e non aveva bisogno di altro. Del resto nessuno la "cagava" e un palliativo per essere felice doveva pur trovarlo.
Entro due anni avrebbe iniziato a scrivere le sue fantasie. Racconti infantili che lei avrebbe poi distrutto, per paura che la considerassero diversa.
In futuro la scrittura sarebbe diventata una delle cose che maggiormente le avrebbe dato felicità.
Era il 1985, alcuni dei suoi attuali amici erano poco più che neonati o non erano nemmeno nati. Lei aveva quattro anni, indossava abiti color pastello contro la sua volontà ed aveva un codino ridicolo.
Quella bambina ero io...
See ya! :-)
Era una bambina solitaria e la tristezza la si leggeva negli occhi. Non che lei si sentisse triste, perchè da bambini si trova sempre qualcosa che può dare la felicità. Amava star sola, giocare con i suoi giochi. Amava le macchinine e sua mamma non gliele dava. Non erano femminili.
Amava i vestiti da "maschietto" ma sua mamma la vestiva sempre con abitini color pastello e le faceva quel ridicolo codino che lei odiava. Tutto ciò la porterà in futuro a rinunciare alla sua femminilità, pur avendo un corpo di una femminilità decisamente imbarazzante!
Aveva una fantasia sfrenata che non riusciva a tenere a bada e non aveva nemmeno voglia di farlo. Immaginava cose che sicuramente tutti i bambini immaginano anche ora, ma lei pensava fosse diversa e se li teneva per sé. Quelle fantasie fantastiche la rendevano felice come non mai, e non aveva bisogno di altro. Del resto nessuno la "cagava" e un palliativo per essere felice doveva pur trovarlo.
Entro due anni avrebbe iniziato a scrivere le sue fantasie. Racconti infantili che lei avrebbe poi distrutto, per paura che la considerassero diversa.
In futuro la scrittura sarebbe diventata una delle cose che maggiormente le avrebbe dato felicità.
Era il 1985, alcuni dei suoi attuali amici erano poco più che neonati o non erano nemmeno nati. Lei aveva quattro anni, indossava abiti color pastello contro la sua volontà ed aveva un codino ridicolo.
Quella bambina ero io...
See ya! :-)
1 comment:
Parole molto belle, quasi poetiche, davvero.
Sono un po' la storia della mia vita, ovviamente in una controparte maschile, e per questo mi sono riuscito a rispecchiare in esse. :)
Non ho mai amato troppo il "gruppo", finendo prima per isolarmi e poi per essere comunque isolato. Preferivo giocare da solo con le mie fantasie, in mille e più mondi fantastici.
Non credo di aver scritto tanto presto come te, e ti stimo per questo, però quando ho imparato a leggere ho iniziato a divorare libri e quando ho imparato a scrivere ho iniziato a scrivere di tutto. :)
Ed anche ora scrivere e disegnare sono le uniche due cose che mi fanno stare bene e sentire realizzato veramente. Che mi danno serenità, in qualsiasi momento.
Posso farti due domande oltre a questa retorica (dato che te la pongo per nulla offrendoti subito le due domande in questione)?
1. Hai già pubblicato qualcosa?
2. Hai mai pensato di pubblicare qualcosa?
Forse ti sembrerò uno sciocco a comportarmi così ed a prendermi questa eccessiva libertà, ma se la risposta alla prima domanda è no e la risposta alla seconda domanda è sì, ti prego prova a contattarmi via mail (emanv_it@yahoo.it). Vorrei parlarti di un'idea, un progetto che sta nascendo fra alcuni appassionati di scrittura e che forse potrebbe interessarti... :)
Ovviamente prometto che non approfitterò per importunarti via mail per qualsivoglia altre questioni, se la cosa non dovesse interessarti. ;)
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