Saturday 30 September 2006

THE ROAD TO PERFECTION DOESN’T EXIST

Non so se agli avventori più o meno abituée di questo blog è mai successo: a me spesso. Sto parlando di essere paragonato a qualcuno ipoteticamente migliore.

È una strategia secondo me bassa, anche se non ha sempre lati negativi. Ma sicuramente non porta molti giovamenti.

Io, fin dal primo giorno di scuola, sono stata paragonata sempre a modelli che, secondo i miei genitori, erano migliori di me. Non lo facevano con cattiveria, ovvio. E' raro trovare un genitore che agisca con cattiveria sul proprio figlio. Lo facevano solo per spronarmi a dare il meglio. Peccato che sbagliassero a trasmettermi il messaggio, ed io ci rimanevo malissimo.

Alcuni esempi: tornavo da scuola tutta felice e mostravo ai miei genitori il mio “buono”. Avevo studiato molto per quel voto! Loro mi guardavano con aria semi-impassibile e dicevano: “Tizia ha preso distinto: lui ha studiato più di te.” È come se ti gettassero una secchiata di acqua gelata in testa! La volta dopo mi impegno di più, studio tutta la sera fino alle dieci, e pure io prendo sto cazzo di distinto. Loro, sempre con la stessa espressione dicono: “Caio ha preso ottimo. Lui si è che uno che studia!”. Posso garantire che certe affermazioni non fanno bene all’amor proprio. Specie ad una come me che tende facilmente ad abbattersi e a compatirsi.

Non parliamo poi di quando prendevo voti negativi. La frase più celebre, che mi è rimasta impressa nella mente come un marchio a fuoco è la seguente: “Guarda, Sempronio non ha mai preso un’insufficienza. Lui avrà un buon lavoro, guadagnerà molti soldi mentre tu farai un lavoro misero e sarai una nullità”. Dopo quella frase tutto il mondo mi crollò addosso. Cominciai a sentirmi una nullità e attorno ai dieci anni cominciai poi a pensare che cazzo fossi venuta al mondo a fare, se non riuscivo a soddisfare i miei genitori. Del resto, ogni bambino mira a soddisfare i propri genitori, per avere una parola carina da loro. Quante volte avrei voluto ricevere un complimento da loro! So solo che è successo, la prima volta, quando mi sono diplomata con 82/100. Ma ormai non avevo più bisogno del loro conforto morale!

Crescendo mi sono resa conto che quelle persone “perfette” poi tanto perfette non erano. Una bambina di nome A.(Tizia nell'esempio)), con lunghi codini neri e antipatica come la merda, paragone costante per via dei suoi bei voti e per il fatto che studiava danza, a dodici anni a cominciato a darla in giro a destra e a manca. A quattordici è rimasta incinta ed è stata costretta a mollare la scuola. Ora, se sono ben aggiornata, dovrebbe avere quattro figli e dimostrare almeno quarant’anni! L'altro (Caio), che aveva sempre ottimo specialmente in matematica, è stato bocciato due volte in prima liceo e adesso fa il magütt (muratore) a cottimo. L’ultimo (Sempronio), quello che finiva i compiti delle vacanze sempre prima di me e che secondo mio padre avrebbe dovuto diventare una specie di capitano d'indsutria, adesso fa l’operaio ed è più ignorante di una capra del Gennargentu analfabeta.

Conclusione: la strada per la perfezione non esiste. Non cercatela, non la troverete. E se vi viene voglia di fare paragoni scemi, giocate con i Sims: il massimo che loro possono fare è litigare con il vicino o darsi accidentalmente fuoco mentre cucinano! :-p


Friday 29 September 2006

CUL-TURA MODERNA (2)

Visto il “grande” successo del mio precedente post, ho deciso dare il bis. Giusto per ricevere qualche insulto in più riguardo la mia presunta “tritaballaggine”.

Riassumendo il post precedente, oggigiorno fai successo solo se sei vuoto. Insomma, se mostri tette, culo e sorriso da oca e troieggi a destra e a manca per le donne, o se insulti a go-go e dai dei “culatoni raccomandati” per gli uomini (ogni riferimento a persone viventi o vissute è puramente casuale! :-p).

Quindi, riprendendo alcune affermazioni ormai diventate capi saldi di un post di un mio amico, è vero che le donne in rete attirano di più. Ma…che tipo di donne? Certo che se una donna punta sul suo aspetto fisico, e magari pubblica foto “piccanti”, è indubbio che abbia un grande flusso di visitatori maschi arrapati che non desiderano nient’altro che penetrare la sua mandorla gustosa. In altri casi, donne che scrivono una marea di minchiate attirano comunque un gran numero di visitatori perché la gente preferisce leggere cavolate (naturalmente sempre nella speranza che questa si faccia “vedere”) invece che aprire gli occhi sul mondo.

È meglio ridere, scherzare, sfottere la vittima di turno piuttosto che concentrarsi sulle cose serie. Certo, se fatto con cautela e senza ledere nessuno, è divertente. Ma a lungo andare la cosa diventa trita. Ecco perché i blog che pubblicano cose serie, a meno che non sia il blog di Beppe Grillo, sono poco frequentati. Quasi deserti quelli femminili, praticamente deserti quelli maschili. Meglio tette, culi e stronzate, indubbiamente.

Quindi, con questo voglio smentire l’affermazione di un mio amico che dice che tutti i post di donne sono sempre molto frequentati. Quelli che sparano minchiate si, ovvio. Quelli seri non vengono comunque cagati. A meno che la blogger non pubblichi la sua foto. Allora, se questa è fica, il blog verrà comunque visitato. Più che per leggere i post, per sbavare sulla sua immagine.

P.S. visto il tema del blog, ho deciso di pubblicare questa foto, che calza a pennello. Chissà, magari anche io avrò un afflusso record di visitatori! Oddio, forse non proprio record! Per averlo, avrei dovuto pubblicare una mia foto nuda! :-p


Wednesday 27 September 2006

CUL-TURA MODERNA

Mi girano le scatole. Che novità! Mi girano tutti i giorni. Se l’economia italiana girasse come le mie palle in questo momento saremmo il paese più ricco del mondo! Ma del resto, io riesco a far qualcosa di buono solo quando mi girano veramente le palle. La sofferenza è il cibo dell’anima (basta non esagerare ed incazzarsi nel modo giusto!).

Devo ammettere che il la televisione la guardo pochissimo. Evito di guardala durante i pasti, altrimenti rischierei un rigurgito ad ogni pasto con il rischio di diventare più magra di un detenuto di Auschwitz. Con cautela, accendo la televisione alla sera, e una miriade di m…a mi piove addosso come il diluvio universale. La cultura moderna.

Una volta la cultura (ma quanti anni fa?) era la vera anima dell’umanità. Un filosofo greco disse che “solo chi è colto è libero”. Adesso colui che è colto è visto come un povero sfigato segaiolo senza figa. Del resto a che serve la cultura? Da quando in qua i libri fanno cuccare? Non si è fighi quando si studia! Se invece indossi abiti all’ultima moda, parli inserendo ogni due parole un “bello, forte, potente, mischia, cioè” allora sei qualcuno. In questo mondo che va all’incontrario se sei più ignorante di Totti protagonista delle famose barzellette, allora sei veramente un mito! Hai figa, figosità, ammirazione, ecc.

Un esempio di cultura esagerata: Leopardi. Ha scritto grandi capolavori per l’umanità apprezzati da tutti (lo leggono pure in Danimarca!). Eppure era solo un povero gobbetto sfigato segaiolo che non riusciva a trovare una donna e si buttava sugli uomini (questi sono gossip che, per quanto mi riguarda, sono sicuramente falsi!). Con esempi di questo tipo è ovvio che la gente preferisca mostrare culi, tette e altro. Naturamente tralasciando la parte più importante, ovvero la sua smisurata conoscenza e i sui grandi capolavori che hanno reso grande la letteratura italiana (letteratura? E che è la letteratura?).

Il colto non è mai figo in questa cultura moderna. L’intelligenza non sta nel cranio. Secondo la nostra cultura moderna, l’intelligenza si trova sul petto per le donne e in mezzo alle gambe per gli uomini. I libri andrebbero tutti bruciati, come fece Hitler per i libri “proibiti”. Per questa pseudo-cultura occidentale dove sei figo solo se vai in giro mezzo nudo e parli come un idiota, guardi il Grande Fratello e fratellini minori, i libri contano meno di niente. Certo, possono tornare utili per pulirsi il deretano, se finisce la carta (fa schifo pulirselo con le mani, no?).

In un mondo dove è meglio apparire che essere, sembra che la cultura sia morta. Per lasciare spazio alla cul-tura, dove dominano tette, culi, ochette, ecc. Certo, vedere le tette è bello, per i maschietti. Ma alla fine, tolte le tette, che cos’hanno quelle donne? Lo zero vale molto di più!

Sinceramente io preferisco essere che apparire. Quindi spengo la televisione, mi informo on-line e mi leggo un buon libro. Servirà per proteggermi da questa schifezza?


Tuesday 26 September 2006

BISCE VS VIPERE

Molte persone possono essere anche viste così: come rettili striscianti. Ma ci sono serpenti e serpenti.

I maschi possono essere più comunemente associati alle bisce. Mordono, ti fanno male ma non ti ammazzano alla fine. Perché i maschi non sono veramente pericolosi. A volte sono rozzi, spacconi, pensano di aver capito tutto del mondo ma in realtà sono solo debolucci e neanche tanto bravi ad aggirare donne scaltre. E poi gli uomini, siamo sinceri, conoscono un certo limite nella cattiveria oltre il quale non vanno.

Le vipere sono invece più subdole. E questi sono le donne. Perché ti morsicano e quando lo fanno ti avvelenano. E quando ti accorgi che ti hanno morso è ormai troppo tardi. Nella maggior parte dei casi cadi morto stecchito. Le donne quindi, quelle scaltre però, sono decisamente pericolose e bisognerebbe guardarsi le spalle. Quando si mettono in testa di far del male a qualcuno, inoculano il loro veleno e lo uccidono. Che esso sia uomo o donna, non importa. Quelle più resistenti non moriranno, e a loro volta inoculeranno il veleno nel corpo delle vipere che le hanno prima morse. Una gara all’ultimo morso.

Per quanto riguarda gli uomini, difficilmente si salvano dal veleno delle vipere. Perché queste qui hanno il buon tatto di fingersi ingenue e innocue. L’uomo, che si sente forte per natura (mi riferisco qui a quelli poco svegli) si sente al sicuro di fronte a questi esemplari femminili e abbassa la guardia. Anche perché pensa di poterle controllare, cosa che credono tutti coloro che non vedono ad un palmo dal loro naso. Ma se c’è una cosa impossibile, questa è sottomettere una donna scaltra. Migliaia di uomini ci hanno provato durante i secoli. Hanno fallito tutti, miseramente. E sono finiti morti avvelenati.

Quindi maschietti guardatevi le spalle sempre, di fronte a donne troppo dimesse. In molti casi lo sono proprio, in altri stanno solo aspettando il momento giusto per inocularvi il veleno.


Monday 25 September 2006

PERSONE CHE HO CONOSCIUTO DA VICINO: (4) A. DETTO “LO SCOPETTA”

È una persona particolare. Totalmente fuori dal comune. Una persona che vale la pena di descrivere, anche se so che non tutti mi crederanno. Se non ci credete, posso sempre presentarvelo…a vostro rischio e pericolo!

Ha piccole mani, piccoli piedi, piccola testa, cervello inesistente…tutto mignon! Ma ha una panza tanta che Andrea, in confronto a lui, sembra un anoressico. Ha una vocina da bambina spaurita, peccato che i discorsi che facciano non solo fanno cadere i ciglioni a uno che non li ha, ma sicuramente battono qualsiasi definizione “tritaballesca” che suole dare la MaryLo.

Lui ha un lavoro di prestigio. Una società con suo padre. Vende di tutto, soprattutto fumo negli occhi. Non ha la benché minima idea di che cosa significhi vendere, ne guadagnare. Va a naso, vende schifezza, il suo guadagno è un cerchietto che i matematici hanno nominato “zero”.

Lui è troppo superiore per andare a lavorare “sotto padrone”, come dice lui. E credo si senta troppo intelligente, bello, forte e potente per poter lavorare come dipendente. Le sue grandi capacità devono essere messe al servizio dell’umanità, ma deve essere totalmente indipendente.

È un gran lavoratore. Ecco la sua giornata. Sveglia attorno alle cinque, sei del pomeriggio. Colazione/pranzo/cena, tre in uno. Poi viva, verso nuovi orizzonti. In cerca di “clienti”. In poche parole va a “vendere”. Torna a casa attorno alle dieci, undici del mattino e va a letto. Non ha venduto un cavolo. Ma è felice. Questo fino a poco tempo fa.

Sempre fino a poco tempo fa era preda di attacchi violenti di egocentrismo mistico. Si vantava di grandi vendite che nessuno aveva mai visto. Faceva la coda di pavone, dicendo di aver venduto enormi quantità di merce. Una volta è addirittura arrivato a dire che un suo “cliente” lo aveva pregato in ginocchio di vendergli un articolo! Roba da matti! Lo so, non mi crederete. È pura realtà.

Adesso purtroppo le cose vanno maluccio. Troppa concorrenza, dice. Troppa gente che lavora in nero, ripete. Troppa crisi, suole frignare.

Vittima di se stesso e della “società”, vorrebbe chiudere la sua “azienda” e lavorare in “nero”. Però vorrebbe salvarla il più possibile. Cerca soci. Se qualcuno è abbastanza pazzo e abbastanza stufo della vita, posso fare il suo nome ad A.

Non voglio offenderlo. Alla fine è simpatico. Quando sono giù di morale e ascolto le sue storie, mi piego in due dalle risate. È solo che non si rende conto che è un poveretto. O forse se ne rende conto, ma non vuole ammetterlo. E continua a piangersi addosso. Con l’aiuto di mammà e papà.

Sunday 24 September 2006

IO SONO IO!

Ad una settimana dal post-bomba di MaryLo sulle mie deficienze caratteriali, ho deciso di scrivere io stessa un post su me stessa. Non voglio dimostrare niente a nessuno. Diciamo che, se una che mi conosce poco ha avuto le palle di criticarmi così apertamente, perché non dovrei averlo io, che mi conosco da venticinque anni?

Prima di tutto precisiamo che MaryLo aveva ragione su molte cose. Non sono certo la classica ragazza con le palle d’acciaio che schiaccia tutti perché lei è la migliore. Anzi, a dire la verità sono sempre quella che si considera un gradino sotto gli altri. Quando ero alle superiori ero sempre un’ombra, in un angolino, mentre quelle “forti” parlavano alla folla infervorata durante le autogestioni, che flirtavano con i ragazzi più fichi eccetera. Che poi queste persone adesso abbiano una vita grama o una vita fenomenale, questo non lo so. So solo che una è finita a fare l’operaia di catena di montaggio e una ha già tre figli. Ma questa è un’altra storia.

Non mi considero coraggiosa, anzi direi molto fifona. Ho sempre paura che un mio gesto possa portare conseguenze, sapendo benissimo che ogni gesto, anche un battito di ciglia, porta sempre con se delle conseguenze. Quindi a volte mi tiro indietro, e credo che spesso ho perso delle opportunità. Sono di un’insicurezza mostruosa, devo ammettere che nonostante i miei sforzi temo i giudizi negativi, nonostante sappia benissimo che i giudizi negativi sono di routine e ci sarà sempre qualcuno migliore di me, anche se in realtà forse non lo è.

Sono paranoica a volte:ma chi non lo è? Diciamo che mi faccio seghe mentali sulle cose che considero importanti, sulle persone a cui voglio bene. Ho sempre una paura folle che coloro che amo mi abbandonino subito. Perché? Il motivo si ricollega alla mia insicurezza mostruosa e al fatto che io faccio una fatica erculea per accettarmi per quello che sono. Ovvero insicura, paranoica, facile all’incazzatura, per niente coraggiosa.

Ho paura a parlare con la gente, credo di essere incapace di parlare in pubblico, faccio una fatica bestiale a comunicare con gli altri. Per farmi quei quattro amici che ho, ho dovuto sudare sette camicie. E se non mi fossi impegnata all’estremo, forse nemmeno quelli avrei. La mia timidezza a volte mi porta ad essere fredda come un ghiacciolo in Antartico, con il rischio di sembrare superba e altezzosa agli occhi degli altri.

Devo però ammettere che così sono, e non posso cambiare. Non si può cambiare la propria indole. Si può migliorare, sforzandosi di essere meno paranoica, meno fobica, meno insicura. Ma sempre paranoica, fobica e insicura rimarrò. Certo, quanto vorrei essere forte, decisa, inossidabile, cordiale, socievole. Sicuramente mi sentirei meglio con me stessa. Ma sicuramente avrei alti difetti, che forse mi renderebbero ancora più sgradevole di quanto non lo sia adesso.

Quindi, a tutti, ecco il mio ritratto. Dite quello che volete. Me ne fregherò dei giudizi Sempre negativi saranno su di me. Inutile prendersela. Va bene, la fiammata iniziale. Poi tutto torna come prima.

P.S. ho scelto questa foto di qualche annetto fa perché mi piace particolarmente. Avevo uno sguardo timido e innocente. In un certo senso riflette alcune cose che ho scritto qui. Qualcosa in contrario forse?


Saturday 23 September 2006

PERSONE CHE HO CONOSCIUTO DA VICINO: (3) M. L’INGEGNERE ELETTRICO

Lo conosco da anni, ma è ultimamente che le sue perle di “saggezza” sono venute a galla. M, naturalmente, non ha niente a che vedere con l’ingeggnere. Il primo è già ingegnere, il secondo deve ancora iniziare i corsi. Il secondo, inoltre, è dotato di una finezza mentale e di un’elasticità che sicuramente gli permetterà di avere più successo nella vita. Anche se, quando era piccolo, almeno una volta alla settimana si chiudeva il coso nella zip dei jeans (mi ucciderà per questa confessione :-p).

M., è una persona simpatica, prima di tutto. E non è nemmeno poi stupido, nonostante le apparenze. E’ un ingegnere elettrico. E come tale, può “permettersi di scegliere ogni lavoro”. Infatti adesso, dopo decine di colloqui a vuoto, ha “scelto liberamente” di fare l’apprendista in una piccola azienda di progettazione. Il suo lavoro è di enorme responsabilità: fa copia e incolla tutto il giorno e scartabella cataloghi di manufatti elettrici, che ormai conosce a memoria.

Conosce tutto della sua specializzazione, con davanti i libri su cui ha studiato. Senza, è meglio non fargli domande.

È un grande amatore. Tutte le donne dai quaranta ai cinquantotto anni lo amano alla follia. Lui però, dopo averne amate tante, ha scelto con una donna di quarant’anni, con cui vive da qualche mese. Di lei sappiamo molto ma non l’abbiamo ancora vista. Speriamo sempre, io e il mulo di poterla incontrare.

Con questo non voglio assolutamente offenderlo. Alla fine lui si impegna, e ce la mette tutta. Se tutti lavorassero come lavora lui, sicuramente l’economia italiana andrebbe meglio. Ma gli manca la logica. Non è in grado di collegare tra di loro i suoi pensieri. Le sue conoscenze, che sono tante, sono tante perline sparse nel suo cervello. Il loro utilizzo è nullo, senza il filo che le lega. E lui non ha quel filo.

Quando lo senti parlare ti viene da ridere. Fa dei pensieri molto banali e stupidi, ma a volte è capace di profonde riflessioni. Poi, pateticamente, ricade nel ridicolo.

Vive di stereotipi ormai vetusti. Sa che l’odore della pelle eccita le donne. Allora, per evitare di coprire il suo odore inebriante con inutili odori di saponi e deodoranti, si lava il minimo indispensabile e non si deodora. A volte tende a mettersi sottovento e a far si che il suo odore vada in giro. Non è bello trovarsi nei paraggi. Si è fatto crescere un pizzetto che assomiglia molto alla foresta amazzonica durante la stagione delle piogge. Ma, si sa, la barba è “virile” e alla donne piace. Anche quando è sporca di cose innominabili! :-(

È un gran cultore di aglio e peperoncino. Per lui sono la panacea di tutti i mali, dalla diarrea al cancro ai polmoni. Ne mangia in enorme quantità, ovunque e in qualunque momento. Quando li ha mangiati, specialmente l’aglio, si sente. Bisogna cambiare l’aria nel locale dove ha soggiornato.

Ha interessanti prospettive per il futuro”. In poche parole, lui è convinto che arriverà in alto, che diventerà dirigente, che guadagnerà un mucchio di soldi e che avrà una bella e formosa segretaria che si scoperà violentemente ogni giorno sulla sua scrivania in mogano, prima di tornare a casa. Se lui fa il lavoro che fa, dice sempre, è perché in Italia c’è crisi. È fiducioso nella fine della “crisi” e nell’avvento di un nuovo domani, in cui lui sarà qualcuno. Perché lui è “ingegnere” e sa “quanto vale”. Lui sa che arriverà in alto, ma non si rende conto dei suoi limiti. Sinceramente non me la sento di far sfumare i suoi sogni. Anche se non è nemmeno in grado di riconoscere la fase in un circuito elettrico.

Lo so che dopo tutto ciò è facile giudicarlo male. Ma alla fine, è un bravo ragazzo. E poi, in fondo, si impegna veramente tanto.

Thursday 21 September 2006

VIVA GLI SPOSI!

Oggi i miei vicini, dopo dieci anni di fidanzamento ufficiale, si sono sposati.

È stato come nelle migliori tradizioni dei matrimoni nostrani. Già alle nove del mattino il vialetto comune delle villette ove abito io era pieno di parenti infighettati e profumati. Un allegro chiacchiericcio riempiva il silenzio di una comune mattina lavorativa di inizio autunno.

Giustamente e per cordialità ho fatto gli auguri alla sorella, al fratello e ai genitori della sposa. Loro, essendo estremamente gentili e cordiali, mi hanno invitato a casa loro dove, insieme agli altri vicini, ci hanno offerto dolci e da bere. Era un bel quadretto familiare, allegro e pieno di spirito.

La sposa è scesa all’ultimo minuto. Come nelle migliori tradizioni nostrane. Emozionantissima, bianchissima, con un vestito meraviglioso. Era sorridente e allegra (e chi non lo sarebbe, nel giorno del suo matrimonio?).

In chiesa. Foto, foto e ancora foto. Quello che si è svolto in chiesa è noto a chiunque abbia assistito almeno una volta nella vita ad un matrimonio. Poi sono tornati a casa e andati via di nuovo. Al ristorante. Gli sposi, dopo le formalità e le foto, arriveranno al ristorante attorno alle tre del pomeriggio. Si rimarrà al ristorante fino alle sette, forse anche otto di sera. Voglio rammentare che fino a quell’ora non si smetterà di mangiare. Poi ancora a casa, fino a mezzanotte. Come da copione. Poi gli sposi andranno a letto, sfiniti. Di tempo per trombare ovvio che non ce n’è. Sfatiamo subito il mito della “prima notte di nozze”.

Precisiamo subito: non sopporto i matrimoni. Ai matrimoni mi si gonfiano sempre i piedi per via delle scomodissime scarpe che devo indossare, perché con certi abiti dannazione si abbinano solo scarpe con il tacco, e per giunta scomodissime (vorrei conoscere il misogino che ha inventato le scarpe con il tacco!).

E poi, se sei la sposa, sei il centro dell’attenzione per chiunque. Ovvio che per uno che è superbo ed egocentrico all’estremo il giorno del matrimonio è il momento più bello della propria vita. Amato, adorato e riverito da tutti, quasi fossi una regina (i miei vicini, per fortuna, non sono così). Io, ad essere al centro dell’attenzione, mi sento male. Odio gli occhi puntati su di me. Odio il vestito bianco che indosserei solo una volta nella vita. E poi: foto, foto, foto e sempre foto, i il bouchet, e la cerimonia e i binis (confetti in dialetto lombardo)…MI GIRANO LE BALLE! Dite poi che sono asociale se volete, ma ci si può aggregare in una allegro quadretto sociale anche con un semplice e sobrio matrimonio civile.

Il matrimonio in chiesa? Con organo e prete che, con voce agnellata e occhi viscidi, celebra un noiosissimo matrimonio? Io sono atea. Ma ci vedete un’atea in chiesa a sposarsi? (se mai deciderò di compiere l’insano gesto). Certo mia madre lo vorrebbe. Io, in abito bianco, visetto timido e quasi sul punto di piangere come una vergine alla prima notte di nozze…mi viene da vomitare! E se poi mi scappa uno di quei momenti di pazzia improvvisa di sui sono spesso vittima? Potrebbe partirmi una bestemmia tale da far crollare la navata centrale della chiesa! No, meglio evitare una simile tragedia per la religiosità cristiana!

Per oggi è tutto. Anche perché non avrei altro da dire, se non augurare loro di essere felici. Ma del resto li conosco: sono persone intelligenti e non hanno commesso un passo affrettato. Non come una mia conoscenza che, conosce una ragazza che vive in Ecuador da tre settimane e ha già programmato di sposarla! (ogni riferimento a persone vissute o viventi è puramente casuale! :-p).


Wednesday 20 September 2006

PERSONE CHE HO CONOSCIUTO DA VICINO: (2) FATALITA’ E L’INGEGGNERE

Probabilmente mi pentirò amaramente di questo post, anche perché saprò già di trovarmi una serie di commenti a raffica, pieni di “insulti”, destinati ai contendenti. Ad ogni modo, è comunque divertente vederli litigare.

Tra di loro è stato come una fiammella. Fin dall’inizio si sono stati amorevolmente sulle palle. Non ricordo chi dei due abbia iniziato “l’ancien grudge”. È successo solo molto tempo fa. L’ingeggnere era una specie di puffettino paffutello con un forte accento bustocco che si atteggiava ad ingegnere ancora prima di conoscere il significato di questa parola. Lei, Fatalità, era una ragazzina della Milano per bene, con una leggera “puzzetta” sotto il naso. Forse è stata questa la scintilla. Ricordo solo di averli lasciati tranquilli e di averli ritrovati che si azzuffavano amorevolmente tra di loro. Non capii mai il motivo di questa baruffa. Quando li divisi il primo gridò “gallina!” e lei replicò “moccioso puzzoso”. Lui la prese in parola. Ed emanò un grosso scoreggione che lasciò basita me e fece emanare a lei un lungo “iiiikkkk!” di disgusto.

Si frequentano assai poco. Ma ogni volta è sempre uno spettacolo. Credo che sia molto più divertente una loro baruffa che non un ipotetico incontro di boxe tra Vercingetorige e Giulio Cesare.

Ad ogni modo nessuno dei due sarebbe mai in grado di offendere l’altro e di ferirlo profondamente, come invece molte persone farebbero in certe circostanze ( e anche in altre non simili :-p). Loro si vogliono bene, e lo sanno. È il loro unico modo per comunicare. Sono totalmente gli opposti, e un dialogo amichevole come tutti lo concepiscono tra di loro è assolutamente impossibile. E so che il giorno in cui smetteranno di litigare, sarà il giorno in cui il loro odio/amore sarà giunto al capolinea. Credo proprio che sia ben lungi dal succedere.

Adesso che lui sta iniziando l’università e lei il secondo anno della laurea specialistica, si incontreranno di più. E le baruffe fioccheranno. Avrò qualcosa da guardare quando mi sentirò giù.

Una cosa da precisare: anche se sono gli opposti una cosa l’hanno in comune. Lui a volte è molto simile ad un hoolingan inglese sbronzo e lei ad una valchiria incazzata che farebbe impallidire di paura pure Attila. Forse è questo che io ammiro molto di loro.

P.S. a proposito, fra pochi giorni sarà il compleanno di Fatalità. 24 anni. Ne approfitto per farle in anticipo gli auguri. So che lei è superstiziosa e questo la farà inalberare leggermente. Ci sarà da ridere! :-D

Tuesday 19 September 2006

LUNGA VITA AL “PROFETA” ORWELL

1984 è un romanzo che lo scrittore inglese George Orwell, al secolo Eric Arthur Blair, scrisse nel 1948. Il titolo da lui scelto sembra fosse stato addirittura 1948 (infatti 1984 è l’anagramma di 1948), ma gli editori lo considerarono troppo esagerato, quindi scelse il titolo che oggi ha. Per chi non lo avesse letto, il romanzo è ambientato in un futuro post-atomico e spettrale, dove la gente vive costantemente controllata da mega-schermi, e sotto lo spauracchio di un fantomatico Grande Fratello, che tutto sa e tutto vede. La mente di questi individui è fortemente controllata dal governo, così come il linguaggio. L’invenzione del new-speak è un’arma che permette al Grande Fratello di ridurre il più possibile il linguaggio delle persone, quindi la loro capacità critica, sottomettendole totalmente al suo controllo. Il protagonista del romanzo Winston Smith (Winston da Churcill e Smith diffusissimo cognome inglese, a prova che tutti sono coinvolti) si ribella, prima tenendo un diario e quindi violando le leggi perché pensa autonomamente, poi amando una donna, quando l’amore era proibito e sostituito da un freddo e distaccato atto sessuale al fine della procreazione della razza. Winston cerca di mantenere la sua umanità e individualità in un mondo che lo vuole manichino del Grande Fratello e totalmente asservito a lui. Farà una brutta fine.

Non scrivo queste cose perché non ho altro da fare che farmi seghe mentali su un libro mortalmente noioso (no, non è assolutamente noioso!) di uno scrittore morto e sepolto da un pezzo. Pur nella sua esagerazione letteraria, Orwell ha visto lontano. Il mondo di 1984 è il mondo in cui noi viviamo.

Proviamo a ragionare. Ci controllano. È innegabile. I mass media controllano la nostra mente. Ci fanno credere quello che i governi vogliono che noi sappiamo (ci stanno mettendo anima e corpo per farci odiare i musulmani). I tre minuti d’odio nel romanzo, quando tutti si scagliano contro gli “oppositori”, a me sembrano molto i primi minuti del telegiornale, quando parlano degli attentati, della guerra in Libano, dell’Iran, ecc.

E poi c’è il Grande Fratello. E non mi riferisco al noto reality show. Il grande fratello è la televisione stessa. Lei riduce il nostro potenziale critico mostrandoci ogni giorno immagini oscene fatte di reality show, gossip a go-go, tette rifatte e ochette prive di cervello. Ci schiavizza, ci strega. Andiamo a letto che siamo totalmente rintronati. La nostra capacità di pensare è ridotta al minimo. Come zombie, accettiamo passivamente tutto ciò che i nostri governi dicono, e non andiamo a concentrarci su quello che invece NON dicono. Siamo come gli abitanti di Londra di Orwell. E gli altri, quelli che per ora riescono ancora a sopravvivere, disperatamente, sono come i prolet. Destinati però a rimanere ai margini della società, inascoltati, esclusi. Se vuoi far parte della società devi ascoltare il Grande Fratello. Devi evitare di pensare.

Forse l’unico modo per liberarsi è fare come in Matrix. Un certo filo invisibile lega questo a 1984. apparentemente sembrano diametralmente diversi, ma il tema di fondo è lo stesso. Se ci si fa troppo controllare, si finisce per vivere in una realtà parallela.


Monday 18 September 2006

LA SUPERNOVA DI LA SPEZIA: RITRATTO “PSICOLOGICO” DI MARYLO

È stata proprio LEI a stimolarmi a scrivere ciò. E lo farò in modo che lei ne risulterà sicuramente soddisfatta.

Non la conosco molto bene, ma da quello che posso vedere brilla di luce propria come una stella. Il suo campo magnetico è talmente forte da attirare attorno al suo asse di rotazione gravitazionale una miriade di piccole stelle, pianetini e detriti spaziali. È indubbiamente un essere superiore, e credo lei ne sia conscia, è spumeggiante, sa guardare con allegria alla vita, sicuramente piena di amici e amata da tutti. Sicurissima di se stessa, inutile negarlo, al punto da sentirsi sicura come in un bunker antinucleare nel scrivere un profilo psicologico di una persona poco conosciuta, in questo caso metaforicamente un piccolo detrito spaziale che per anni ha aspirato a diventare stella, e che per il momento era solo una piccola cometa senza cielo. La sua enorme luce è riuscita a spegnere la piccola cometa, rendendola ancora più conscia della sua piccolezza di fronte alla grande stella che è LEI.

Sicuramente il fatto di essere spregiudicata ed eccessivamente sicura di sé le ha permesso di credere di aver capito il mondo, e soprattutto di aver capito me. Sicuramente della piccola cometina quali sono io ha capito poco, come del mondo. Per estrema giovinezza ed inesperienza. Sicuramente non ha mai sofferto per amicizie infrante o per solitudine latente, tanto da non comprendere la mia insicurezza, ed è riuscita a colpirmi in modo tanto perfetto da lasciarmi tramortita a terra. Del resto sono irrequieta, paranoica, plasmabile, vero? E che ci si può aspettare da un tipo così? Questo post!

Consiglio numero uno: essere troppo sicuri di sé è come essere un grosso ramo robusto. Insensibile ad ogni colpo, ad ogni alito di vento. Ma se arriva una folta violenta, il ramo non è in grado di resistere e si spezza proprio perché inflessibile. Forse una persona insicura e duttile come me potrebbe sembrarti assolutamente inoffensiva e forse pure leggermente inutile al mondo. Ma sono un bel giunco affusolato,che si piega ad ogni alito di vento. Ma quando verrà la folata, io mi piegherò forse fino a terra, ma non mi spezzerò. E forse sarò a guardare il grosso ramo: spezzato, mentre il giunco si piega ma è ancora integro.

Consiglio numero due: il fatto il fatto che tu sia lupo, è innegabile, e ti mostri a tutti così come sei è ammirevole. Dimostra che hai palle. Il problema è che ti manca quell’astuzia sottile che permette agli insignificanti come me di ottenere a volte cose inimmaginabili per la loro indole. Il lupo che ulula di continuo, spaventando le pecore e tormentandole, prima o poi verrà cacciato dal cacciatore, e rimarrà inevitabilmente a stomaco vuoto. Il lupo travestito da pecora potrà sembrare pavido e insicuro, ma al momento giusto toglierà il travestimento e banchetterà. Se non hai capito la mia metafora, sarò a tua disposizione per la spiegazione. Sai, deformazione professionale! :-p

Naturalmente, da essere illuminato quali sei, ti farai sentire sfoderando gli artigli e piantandomeli ancora nella carne. Non aspetto altro che questo. Del resto, sei migliore di me no? Io, essendo paranoica, non posso fare altro che chiudermi nel mio vittimismo egocentrico aspettando la tua pietà.

Ho scelto una foto che potesse meglio rappresentarti: una supernova. La supernova è un’esplosione stellare. Genera gas quali elio e idrogeno e sovente porta alla creazione di nuove stelle. Hai afferrato il collegamento?

Un’ultima cosa: mille grazie MaryLo. Il tuo profilo “psicologico” da occhio clinico disinibito mi ha permesso di capire alcune cose che forse non avrei capito. Chissà se hai fatto bel bene o del male all’umanità? Solo il tempo potrà dirlo!

P.S. una precisazione: visto che scannarsi a vicenda è da cretini oltre che decisamente infantile, io ho finito così. questo post glielo dovevo. se lei vuole continuare la guerra, mi sa che le toccherà farla da sola!


Sunday 17 September 2006

NANOPATOLOGIE: MORIRE A NORMA DI LEGGE

Non sono la prima che parla di queste misteriose nanopatologie. Indegnamente, non essendo una specialista. Spero anche di non essere l’ultima. Perché se così fosse, allora vuol dire che l’umanità ha proprio i giorni contati. A volte non so se è un bene o un male.

Non sto a illustrare cosa sono le nanopatologie né tanto meno le microparticelle. Non sono un chimico organico né un ricercatore. Non sarei in grado di usare le parole adatte. Posso solo dire che queste microparticelle sono sempre esistite, sono in natura. Sono di materiale inorganico (ferro, zinco, ceramica, ecc.) e che quindi non possono essere smaltite dal nostro organismo, perché non biocompatibili. Di conseguenza queste microparticelle si depositano solitamente negli organi bersaglio (fegato, reni, colon, ecc.). Questi che fanno in questi organi? Niente. Rimangono esattamente dove sono. Per anni. Aggiungendosi ad altre microparticelle. E se l’organismo non le smaltisce, perché non biodegradabili, ci sono pericoli per la salute? Si. E che cosa provocano? Un infiammazione generica, che a volte sfocia nel cancro. Sono pazza? Dico cazzate? Sono solo una tritacazzi rimbecillita che non sa quel che dice? Andate su questo sito: www.nanodiagnostics.it. Li si trova tutto sulle microparticelle. Soprattutto su quelle più pericolose. Avete mai sentito parlare di inceneritori? Il vanto del nord, noi che al nord inceneriamo i rifiuti invece di fare come al sud, che li lasciano marcire per strada? Vanto? Che bel vanto! Proprio dagli inceneritori che escono le microparticelle più pericolose!

Due studiosi italiani, forse i più illustri, Dott. Montanari e Dot.ssa Gatti, hanno fatto questa importante scoperta. Gli hanno messi a tacere. Li hanno privati del loro strumento di lavoro, un microscopio elettronico a scansione ambientale. Questo strumento importantissimo ha un costo molto elevato: circa 350.000 euro. Beppe Grillo ha iniziato a febbraio una campagna di raccolta fondi per ricomprare a questi studiosi il loro strumento di lavoro. In sette mesi hanno raccolto poco meno della metà della cifra necessaria. Andate sul sito di Beppe Grillo, sotto la voce “la ricerca imbavagliata”. Troverete il link per l’associazione “Carlo Bortolani” Onlus, che fa la raccolta fondi per il microscopio. Sempre sul sito di Beppe Grillo si trovano gli estremi del conto corrente. Si può pagare tramite PayPal. Basta poco, che c’è vò”, dice sempre Giobbe Covatta. Anche poco, può aiutare una ricerca importante. Preferite le tettine rifatte, le fichette e i culetti delle veline? Va bene, fatevi risentire fra una ventina d’anni, quando magari vi troverete malati di un cancro incurabile e non saprete come mai! Chissà che non vi ricordiate di questo post…

P.S.
andate anche a dare un’occhiata a questo video: http://video.google.com/videoplay?docid=7395495186822276391&q=nanopatologie&pr=goog-sl Dura circa un’ora è mezza. Vi garantisco che non sarà un’ora persa. Sempre che, come ho detto prima, non preferite anteporre le tettine, i culetti e le fichette alla vostra conoscenza personale…
P.P.S. Sempre a titolo informativo, l'immagine nella foto è una microparticella di ferro

Saturday 16 September 2006

STORIA BANALE DI UNA PERSONA BANALE: (1) LA PRIMA INFANZIA

Non avendo ultimamente ne pensieri filosofici in salsa culé particolarmente intriganti ne tanto meno notizie abbastanza interessanti e che non suscitino il biasimo generale, oggi vi racconterò la storia banale di una persona banale. Una persona che io conosco molto, molto bene.

Inizierò la prima parte parlando della sua primissima infanzia da Fantozzi al femminile, concentrandomi sui fatti salienti di questo periodo “particolare” della sua vita. Fu allora che capì che la vita, per lei, non sarebbe stata assolutamente facile.

“E’ nata in inverno e subito le cose cominciarono ad andare male. Nevicava che dio la mandava, le strade erano più bianche del monte Bianco, gli spazzaneve non passavano e suo padre aveva tirato giù santi e madonne di ogni religione e in ogni lingua umana per andare all’ospedale. In poche parole, manco si era resa conto di essere venuta al mondo che già portava sul di sé molte colpe.

Appena nata aveva la faccia rattrappita come quella di una vecchia di trecentocinquant’anni, i capelli neri ed ispidi come mangrovie del sudest asiatico e miagolava debolmente come un gatto bagnato di urina di ubriaco finito sotto la macchina dello stesso. Ma del resto non era stato facile per lei rimanere rinchiusa per nove mesi in un pancino grande quanto il suo!

Appena tornata a casa, capì subito come stavano le cose. A prendere le sue difese e le sue cure una donnina piccola piccola e rugosa quanto lei. Le dava da mangiare, le cambiava i pannolini quando li riempiva di suoi prodotti privati e la faceva addormentare di notte quando i portatori di patria podestà sicuramente urlavano dentro di sé perché quella cazzo di bambina non stesse mai zitta. I bambolotti non piangono mai!

La donna che per legge era sua madre, era veramente molto paciosa. Le dava da mangiare, ma lo faceva in modo scazzato e goffo. E visto che lei aveva capito con chi aveva a che fare, per ripicca le ruttava sempre in faccia. E visto come ruttano i bambini, ogni volta la inondava di latte acido e semi-digerito. Lei, la portatrice legale di maternità, quando questo accadeva urlava più di lei quando aveva il pannolino pieno di popò. Sempre per ripicca, quando lei le cambiava i pannolini, emetteva dei forti e puzzolentissimi scorreggioni, che ancora oggi ci si chiede come una neonata potesse scorreggiare così odorosamente.

Il portatore maschio di podestà genitoriale era diverso. Quando non era incazzato con sé stesso e con il mondo per il semplice fatto che il mondo esisteva, giocava con lei. Una volta fece faville. E fu il momento più felice della sua primissima infanzia. Fino a quando, in un eccesso di entusiasmo, non le fece battere una violenta teschiata contro il lampadario. Sul momento tacque. Poi proruppe con un grido da guerriero unno che sconquassò tutta la casa. Per fortuna non fu niente di grave. Una gran teschiata sulla fontanella.

Finì così il suo primo anno di età.”

Fine prima parte.


Friday 15 September 2006

UN UOMO SENZA IMPORTANZA: L’INIZIO DI UN MITO (1)

Lo pubblico stasera per due motivi: 1) per rialzare la popolarità di questo blog, sicuramente scesa molto in basso a causa dello stupido post di oggi (non avevo idee, sigh); 2) perché domani avrò poco tempo. Quello che vedete è una piccola parte di una mia idea nata circa un anno fa. Il protagonista è ispirato per il 90% ad una persona che (ahimé) conosco molto bene e da molti anni. Non dirò il suo nome perché, visto il tipo, rischierebbe di essere preso per il culo molto di più del ciccione americano della “numa numa dance”. È un tipo, diciamo, particolare ma anche drammaticamente comune.

Francis il mulo parlante mi ha consigliato di evitare lo sputtanamento, ma visto quanto mi sono sputtanata con questo blog e con le stronzate da tritacazzi che dico, sputtanamento più sputtanamento meno non è che faccia molta differenza. Inoltre un’altra persona che frequenta questo blog con i suoi commenti corrosivi, mi ha detto di fregarmene dei giudizi. Maestro, MaryLo, aspetto i vostri consigli. E tu ingeggnere, sei immerso in un corso intensivo di "speleologia applicata"? ;-)
Quindi, ecco quindi un piccolo assaggio:

Sono le otto e cinque ed è veramente in ritardo. Le lezioni iniziano alle otto e trenta. E il primo giorno di scuola lui non vuole sgarrare. Lui è professore, deve dare il buon esempio! Almeno quest’anno, visto il fiasco dell’anno precedente! Questa volta vuole veramente migliorare.

Con quella Ka rosso fuoco tutta piena di bozzi, si tuffa nel traffico del mattino. Sembra di essere sul fiume Acheronte! Di solito Angelo è il primo a fare sentire la sua voce. Le sue bestemmie sono da guinness dei primati. Farebbero impallidire un satanista. Quella mattina non emette un fiato. Vuole cambiare, sul serio.

Ma il tempo non aspetta certo che il traffico si snellisca. Verso le otto e un quarto Angelo comincia a sudare copiosamente. In un attimo l’abitacolo è invaso da una puzza orribile di sudore fresco e stantio. Angelo ha questo problema infatti: la sua puzza corporea. Ma non è un uomo che ama passare le ore nella vasca da bagno fino a diventare molle come una prugna sotto spirito. Lui l’acqua la tocca il meno possibile. Perché? Perché gli hanno detto che l’odore della pelle fa eccitare le donne. E allora lui, per evitare che il suo odore virile venga rovinato da deodoranti e saponi, evita di toccarli. A volte, quando è desideroso di fare nuovi incontri, fa si che il suo odore virile si senta il più possibile. Ma quello che si sente è solo un forte odore di frittata cipollata che fa venire il voltastomaco a chiunque funzioni il naso, facendoti desiderare di non averlo.

Una macchina lo sorpassa in un momento di strano scorrimento del traffico. Una Panda nuovo modello blu metallizzato. Dallo specchietto retrovisore Angelo nota che è una donna, e per giunta bruttissima.

È una sfida. Un affronto. Nessuno mi sorpassa, pensa. Soprattutto una donna. Comincia quindi una “gara” all’ultimo sangue tra lui e la macchina davanti. Il cofano della Ka non disterà più di pochi centimetri dalla macchina che precede. Ogni momento è buono per poterla superare e farle vedere chi guida meglio.

Sembra che il destino si accanisca più del solito quella mattina. E mentre attraversa la statale a velocità un po’ sostenuta e senza il benché minimo rispetto della distanza di sicurezza, gli appare una visione. Una ragazza di non più di quattordici, quindici anni. Forse russa. No, sicuramente slava. Una bellezza fulminea ed elettrizzante. Una prostituta mattutina. A quella visione Angelo strabuzza gli occhi. Poi, mentre la macchina sorpassa la visione, lui volta la testa di quasi 180°.

- Che figa!-

Emette un sibilo serpico carico di libido.

Si immagina completamente nudo, con l’attrezzatura del piacere al massimo della sua forma, insieme alla ragazza, stesi su un materasso lercio. Poi la chiave entra nella toppa e comincia a forza oscenamente la serratura, mentre lui ulula di piacere come un licantropo.

Quella fantasia gli è deleteria.

Booom! Si ritrova quasi soffocato dall’air-bag che gli esplode in faccia. Un qualcosa di positivo in quella giornata: si è stranamente allacciato la cintura di sicurezza. Di solito lui si allaccia solo la cintura dei pantaloni. Questo “inconveniente” ha evitato che la sua brutta faccia “marocchina” (come dice il prof di francese Semeranza, leghista estremista) diventasse una poltiglia sanguinolenta. “Brutta faccia marocchina”! Semeranza non lo ha mai sopportato. Perché? Lui mi odia perché io sono meglio di lui, pensa sempre Angelo. Perché lui è ingegnere e Semeranza solo un misero laureato in lingue.

Cinque o sei secondi per riprendersi, si slaccia la cintura di sicurezza e scende dalla macchina. Un guaio colossale. A quanto le sarà andato addosso? Forse a quaranta, cinquanta chilometri orari. No, molto di più!

- Ma dico, sei deficiente?-

La donna alla guida della panda scende “leggermente” contrariata. Ha una faccia da mastino napoletano in astinenza, un culo come il megaschermo di una multisala e un alito terrificante tipo fogna di Bombai durante la stagione monsonica. Mai visto niente di più rivoltante, pensa Angelo. È in preda a forti conati di vomito per colpa di quell’alito fetente.

Superato lo shock del primo momento, la spavalderia e la rabbia prendono subito il sopravvento.

- Ma che cazzo vuole da me? Si è fermata all’improvviso!-

- La rotonda era impegnata, imbecille! Tu piuttosto, che stavi guardando?-

Deve dirle che stava fantasticando su una prostituta che avrebbe voluto scoparsi? Quella come minimo lo prende a borsate nelle parti basse. Questa brutta stronza!, pensa.

Dopo una faticosa constatazione “amichevole”, finalmente può andare a scuola. Ma ci sono due problemini: uno, la macchina non cammina più. Il radiatore è a pezzi. Per non parlare del motore. Già sente le urla di sua madre: la Ka è sua. Due, sono le nove passate. Le lezioni sono già iniziate. È riuscito ad arrivare in ritardo il primo giorno di scuola. La preside gli farà un bel “discorso”.



ORIANA FALLACI: 1929/2006

Forse non gliene fregherà niente a nessuno, ma questo è il mio blog, giusto? Forse non è nemmeno stato un modello di “tolleranza”, ma indubbiamente era una donna di grande cultura e di grande esperienza. E per quanto non fossi assolutamente d’accordo riguardo alcune sue idee, non posso fare a meno di ammirarla e in un certo senso di provare cordoglio per la sua morte.

Oriana Fallaci era una donna molto intelligente. Aveva le sue idee, da molti sicuramente considerate discutibili. Paladina della libertà di pensiero, si è espressa come lei riteneva giusto. Fregandosene di quello che gli altri avrebbero pensato di lei. Non si può non ammirarla per questo.

Ha visto da vicino gli orrori della seconda guerra mondiale. È stata cronista di guerra negli anni sessanta. Forse è stato tutto ciò che ha visto a farle maturare certe idee. O più semplicemente il fatto che, ultimamente, era diventata una scrittrice di “regime”. Difendeva la “cultura occidentale” nel modo in cui un’occidentale normalmente difende la propria cultura: con la violenza. Verbale nel suo caso. Forse la sua voglia di libertà non le permetteva di accettare l’ignoranza che in alcuni paesi musulmani costringe le donne ad umiliazioni continue. E questo la spingeva ad un atteggiamento irreprensibile e ostile ad una cultura che di ostile e di fondamentalista non ha proprio niente.

Avrei voluto incontrarla. Avrei voluto dirle, con tutto il rispetto che si deve a persone di cotanta cultura ed esperienza: “signora Fallaci, si guardi bene in giro. E si renderà conto che, coloro che lei ritiene i nemici, gli estremisti, i maschilisti, sono invece le vittime di tutti noi”.

Forse non mi avrebbe ascoltato. Ormai è troppo tardi per pensarci. Alcuni suoi ideali, alla fine, li condivido anch’io.

Oriana Fallaci è morta a 77 anni, dopo anni di lotta contro il cancro (ecco che cosa succede a fumare troppo!). Non verrà sicuramente dimenticata. Ne per le sue idee di libertà, ne per la sua ostilità contro l’Islam. In fondo, forse, sotto alcuni aspetti non aveva totalmente torto. Li affrontava solo nel modo sbagliato.


Wednesday 13 September 2006

NO SMOKING, PLEASE!

Mi capita sempre più spesso di vedere in giro ragazzini di non più di dodici, tredici anni, già con la sigaretta in bocca. E si pavoneggiano, si sentono “grandi”. Perché i grandi fumano. In primo luogo, non è detto che gli adulti siano sempre intelligenti e si accorgano dei propri errori. In secondo luogo, iniziare a fumare è come entrare in un buco nero. Nella maggior parte dei casi ci si esce da morti.

Il fumo provoca migliaia di morti l’anno. Più che gli incidenti stradali. Ma la cosa peggiore è che l’età media di chi inizia a fumare è tra gli undici e i quindici anni. Quando si è ancora troppo ingenui o troppo spavaldi per comprendere che quella che si ha in mano è un’arma ad orologeria.

Io dovrei essere l’ultima a parlare. Anche io sono entrata in questo gorgo. Ho iniziato a dodici anni. Il vizio si è intensificato alle superiori. Volevo semplicemente sentirmi parte di un gruppo. Non capivo ancora che i veri amici ti apprezzano per quello che sei, e non se hai la sigaretta in bocca o i vestiti firmati. Non che abbia mai fumato molto, ma è grazie ad una persona molto speciale (Francis il mulo parlante) che mi sono progressivamente allontanata dalle sigarette. Ammetto che ogni tanto (raramente ormai) fumo ancora. Mi sto impegnando per non fumare più. Se vado avanti di questo passo, sicuramente riuscirò a smettere. Magari fra qualche anno, ma prima dei trenta dovrei riuscire a non toccare più una sigaretta.

Il fumo provoca molti danni. Prima di tutto impotenza. Quindi i maschietti che fumano devono aspettarsi che, sul più bello, esso passi da un’asta d’acciaio ad un vermicello schiacciato, spingendo le proprie donne ad essere insoddisfatte. Non è proprio il massimo per i grandi “Adoni” italiani!

In secondo luogo il fumo fa invecchiare la pelle, ti fa venire la tosse da cammello reumatico e ti fa sputare chili di catarro ogni mattina.

È poi ci sono i tumori. Ai polmoni (85%), allo stomaco (60%) alla vescica, ecc. Devo supporre che non sia bello morire di cancro. Ho visto gente morire di cancro. “se non avessi fatto questo, magari…” dicono quando ormai hanno entrambi i piedi nella fossa! Chissà come mai la gente si rende conto di aver sbagliato solo quando sta per crepare di cancro!

Ovvio che non sto qui ad elencare tutti i possibili danni fisici e psicologici provocati dal fumo. Rimando a questo sito: www.benessere.com/salute/fumo/index.html. A chi fuma, consiglio di dargli un’occhiata. Chi non fuma, si renda conto di essere una perla rara di saggezza ed intelligenza. Chi ha smesso di fumare, idem. Chi ci sta provando, sappia che ce la può fare, se vuole. L’importante è volere. È questa è una cosa che bisognerebbe volere più della pelliccia o dell’ultimo modello di scarpe o vestito.


Tuesday 12 September 2006

BLOGSHOW (1): INTERVISTA A “FRANCIS IL MULO PARLANTE”

Ecco la prima di una serie di interviste ad alcune persone che io conosco e che mi sono particolarmente care. Spero proprio che imparerete a conoscerlo meglio e ad apprezzarlo come lo apprezzo io.

1. Ti firmi come "Francis il mulo parlante": come mai hai optato per questo nick?

Ho optato per questo nick, un po’ perché mi piaceva il “suono”, un po’ perché vi è contenuto il mio nome, un po’ perché qualche volta mi hanno chiamato così e, infine perché qualche volta, nella mia infanzia vidi il telefilm “Francis, the talking mule” e ne rimasi folgorato…

2. Il tuo vero nome?

Adalberto Maria Carlo Alfredo Odoardo Gesualdo de la fuentes de l’agua pendentes (Iazevedo)… no… solo Francesco; ma gli amici mi chiamano generalmente solo con un fischio…

3. Quanti anni hai? Quanti te ne daresti?

Per l’anagrafe, fra un mese ne avrò 28 :-( e comincio a sentirmi un po’ vecchio…

Sul quanti me ne darei, dipende un po’ dai momenti… a volte 15 a volte 85

4. Che fai nella vita (oltre che postare commenti sul blog :-P)?

Faccio finta di lavorare per circa 8÷9 ore, poi guido, per andare a casa mia o della mia ragazza e poi dormo

5. Definisciti in poche parole (evita di negativizzarti totalmente!) >:-(

squadrato, rigido, cagacazzi, logorroico (ma solo a volte e con le persone che conosco), paranoico e, perché no, anche un po’ ipocondriaco. Di sicuro innamorato e (così mi dicono), comprensivo. Pantofolaio, poco paziente (ma molto paziente con le persone che amo)… e poi… grazie, basta così.

6. In che rapporti sei con la blogger?

Beh, diciamo che con la blogger sto passando i momenti più belli della mia vita, e ardentemente spero che lei vorrà ancora regalarmene per moltissimo tempo.

7. 3 cose che ami

A parte chi mi sta ponendo queste domande?

La pace, la tranquillità, la sincerità

8. 3 cose che detesti

Il caos, la prepotenza, la falsità

9. la persona più stupida che hai mai incontrato in tutta la tua vita

Me stesso, quando commetto errori che non dovrei commettere… altri, intendevi? Beh, e io chi sono per giudicare qualcuno come stupido?, ciò implicherebbe che io mi sentissi superiore…

10.Hai la ragazza? Se si, come si chiama?

Se non si è capito, si, la blogger. Come si chiama? Blogger, no?

10/bis Descrivi la tua ragazza in tre parole

Ermetica, con sempre qualcosa di nuovo da scoprire, ed incredibilmente fuori dal comune

13.Hai un sogno nel cassetto?

Si, ma non lo so ancora…

12.Hai mai pensato di tradire la tua ragazza?

[mi avvalgo della facoltà di non rispondere], scherzo, mai. E perché dovrei tradire, quando tutto ciò che ho sempre cercato e desiderato ora l’ho trovato?

13.Hai mai pensato di tradire la tua ragazza con un uomo? (:-p)

Pur rispettando chi ha delle tendenze sessuali diverse dalle mie, direi: certamente NO

14.Ti sei mai ubriacato?

No, cioè credo. Perché riesco sempre a fermarmi prima di perdere totalmente il controllo perché crollo in uno stato di depressione assurdo…

15.Fumi?

No, anche se ogni tanto la pipa

16.Hai mai fatto uso di sostanze stupefacenti?

No, e non ne ho alcuna intenzione.

17.Conosci qualcuno che ne fa uso? Se si, cosa pensi di lui/lei?

Ma, si… chi non ne conosce…

Mi ritengo liberale, ognuno è libero di agire come gli pare, a patto però di non ledere la libertà altrui.

18.Secondo te, ci sono delle cose di cui tu sei a conoscenza e che dovrebbero essere tramandate all'umanità intera?

Oh, ce ne sarebbero di cose da dire all’umanità intera, ma: innanzitutto, non ci sono verità assolute che conosco solo io (a parte il pin del bancomat); e poi bisognerebbe vedere realmente a quanti interesserebbero…

19.Cosa pensi degli altri avventori di questo blog?

Beh, gente simpatica… mi piacerebbe conoscerli di persona

20.Cosa pensi in particolare del Maestro e di MaryLo?

Ohh, del Maestro non posso che parlare positivamente, anche se non lo conosco di persona (ma sono un assiduo lettore del suo blog). Di MaryLo non ho molto su cui valutare: ma visiterò il suo blog più spesso, perché mi sembra essere una persona molto gradevole, con molteplici sfaccettature interessanti. In ogni caso mi piacerebbe, ribadisco, frequentarli personalmente.

21.Saluta gli avventori di questo blog

Ciao a tutti

22.Saluta la blogger

Beh, queste son cose intime…

23.Già che ci sei, saluta anche l'ingeggnere (:-p)

Ciao ingeggnere, spero davvero di vederti presto, purtroppo per mille motivi non ho avuto nient’altro che la possibilità di presentarmi qualche anno fa, ma davvero mi piacerebbe che ci conoscessimo un po’ di più…

Questo è tutto. Ehi, Maestro, MaryLo e anche tu ingeggnere, aspetto i vostri commenti! :-D



Monday 11 September 2006

11 SETTEMBRE 2001: CINQUE ANNI DOPO

Ricordo ancora come è successo. Un 11 settembre come tanti. E, come tanti giorni tutti uguali, stavo facendo i cavoli miei. In poche parole, stavo sopravvivendo.

Dovevano essere le cinque del pomeriggio, quando mia mamma entrò in camera mia tutta trafelata. Non che ci diedi molta importanza: faceva e fa tuttora così per ogni cavolata. Ma quel giorno era diverso. Mi disse: “vieni giù a guardare che casino stanno facendo in America”.

Ed effettivamente era il più grande casino che avessi mai visto in vent’anni di onorata presenza su questo puzzolente pianeta. Era veramente impressionante. Gli aerei contro le torri gemelle. Il fumo. Il crollo. Il numero (presunto) dei morti. Armageddon.

Sono passati cinque anni. Due guerre. Migliaia di morti. Abu Grahib. Guantanamo. Duemila morti americani. Migliaia di morti iracheni. Decine di morti italiani. Attentato a Madrid. Attentato a Londra. Due governi. L’11 settembre viene sempre visto come l’evento che ha cambiato il mondo. La lotta al terrore. Questa è l’immagine di facciata.

Ed effettivamente l’11 settembre ha cambiato le cose. Ci ha mostrato come è possibile creare una messinscena di dimensioni faraoniche e continuare a far credere a milioni di persone che è stato un attentato. Che il “giusto” governo americano sta combattendo una “giusta” guerra contro il terrorismo. E che le sue “sante” bombe stanno colpendo i “terroristi”. Che alla fine i terroristi verranno sconfitti. Non appena si riuscirà a capire chi siano i terroristi: Bin Laden o Bush?

Molte cose sono ormai chiare, ovvero che questo “attentato” in realtà ha molti lati oscuri che ancora si fatica a decifrare. Che il crollo delle due torri ha un qualcosa di sinistro che ben si allontana dal semplice attentato. E che, soprattutto, questo fantomatico Bin Laden ha i tratti sbiaditi come una foto di centocinquanta anni fa. In questa giungla di informazione e disinformazione i contorni di questa “guerra” si mischiano a interessi personali, economici e geo-polici. Una guerra fatta di “padroni” e “galoppini”, di scuse e giustificazioni decisamente discutibili.

Inutile parlare di tutte le teorie riguardanti le possibili verità sull’11 settembre. Basta dare un’occhiata al documentario di Michael Moore e già ci si rende conto che forse Giorgetto Bush ci ha “leggermente” preso per il culo. Basta dare un’occhiata in rete sui siti giusti (disinformazione.it, presente tra i miei link), per rendersi conto che quello che ci hanno raccontato è un’emerita balla, grossa quando l’ex URSS. Elencherò solo alcune delle notizie riguardanti questo 11 settembre:

  1. sul volo 77, quello che si è schiantato sul Pentagono, sembra non ci fossero arabi;
  2. rimane il mistero dell’aereo 77, appunto, che sembra non abbia lasciato segni di ali contro il pentagono: che fosse un nuovo prototipo di aereo senza ali?
  3. sembra inoltre che, prima dell’11 settembre, si sapesse in America (ai livelli di governo ovvio!) cosa sarebbe successo in quella mattina di 5 anni fa.

In poche parole, la teoria dell’attentato al cuore di Nostra Signora Stati Uniti D’America fa acqua da tutte le parti. Come fa acqua la credibilità di Bush.

Quello che dico io è questo: forse dobbiamo cominciare a preoccuparci. Forse qualcosa più grande di noi è già iniziato e quando finirà sarà troppo tardi perché noi possiamo porvi rimedio. Forse è meglio che la smettiamo di guardare i telegiornali e basta, e che ci informiamo via internet, l’unico strumento non ancora soggetto a censure. Forse molte finestre si aprirebbero.

Del resto, una riflessione prima di chiudere: nel passato sono stati perseguitati i cristiani, sono morti sei milioni di ebrei…forse adesso, nella mente di certe persone, è arrivato il turno dei musulmani. Senza contare le infinite risorse che molti dei territori musulmani possiedono e che fanno indubbiamente gola a molti neo ed ex colonialisti. Del resto, per molti di questi, è molto meglio avere qualche migliaio di morti che non possedere risorse che possono fruttarne miliardi. Il ragionamento non fa una grinza!


Sunday 10 September 2006

BLOGIORNALE CULE’ DEL 10 SETTEMBRE 2006

Oggi avrebbe dovuto apparire sulle pagine di questo blog l’intervista speciale ad una persona speciale che frequenta giornalmente questo blog: Francis il “mulo parlante”. L’intervista sarebbe anche pronta, solo che lui non trova ancora l’immagine adatta che dovrebbe rappresentarlo, ovvero un mulo sorridente. Ha pensato ad un’immagine morphing che sta ancora cercando.

Quindi, per passare il tempo, ecco un blogiornale ridiculus. In poche parole, un’allegoria in salsa culè dei nostri telegiornali, che ci rompono i maroni ogni giorno con gossip (tanti) e notizie striminzite (poche ahimé).

Esteri:

momenti di panico alla Casa Bianca questa notte. Mentre era immerso in sogni di gloria riguardo il futuro della sua prossima colonia, l’Iraq, è stato svegliato da un sommesso brusio prodotto vicino al suo padiglione auricolare destro. Destatosi leggermente incavolato, ha acceso la luce e si è guardato in giro. Momenti di panico. Davanti a lui una grossa zanzara tigre con la pancia gonfia di sangue. Un premeditato attacco terroristico nel cuore della Casa Bianca.

Avvertite immediatamente le guardie, l’attentato è stato fortunatamente sventato. La zanzara è stata arrestata e portata in un luogo di detenzione speciale, per essere interrogata.

Cronache italiane:

notte di terrore per Anna Falchi. Svegliatasi per andare in bagno, si è accostata per sbaglio allo specchio. Sul suo naso era spuntato un enorme brufolo bianco e minaccioso. Le sue urla di terrore cieco hanno destato Ricucci, che si è presentato in bagno con la sua tenuta da combattimento: un grazioso pigiama a strisce bianche e nere ereditato dal suo ultimo soggiorno a San Vittore.

Solo a mattina il brufolo è stato debellato, dopo una lunga notte insonne e una grossa macchia biancastra sullo specchio in maiolica del faraonico bagno. “Ho creduto di essere finita” ha dichiarato in lacrime la formosa attrice.

Dermatologi ed estetisti sono già al lavoro al fine di evitare che un incidente simile ricapiti a favolose, oche e incapaci star della tv.

Gossip improbabile (forse):

la famosissima attrice del trash erotico italiano, Monna Bernarda degli Allupati, ha battuto oggi il suo record in positivo. La famosa attrice si è fatta penetrare da 120 cavalli da tiro ungheresi mentre con una mano guidava una sportivissima Ferrari coupè e con l’altra sbucciava una banana delle isole Aran. Già pronto un telefilm, un colossal e un romanzo sulla faraonica impresa.

Per ora è tutto. Forse ho il cervello annebbiato dall’idiozia ma…avete mai sentito Fede quando declama le “notizie” del suo tg?

A presto ;-)

P.S. Credo che l'immagine sia azzeccata! :-p