È una strategia secondo me bassa, anche se non ha sempre lati negativi. Ma sicuramente non porta molti giovamenti.
Io, fin dal primo giorno di scuola, sono stata paragonata sempre a modelli che, secondo i miei genitori, erano migliori di me. Non lo facevano con cattiveria, ovvio. E' raro trovare un genitore che agisca con cattiveria sul proprio figlio. Lo facevano solo per spronarmi a dare il meglio. Peccato che sbagliassero a trasmettermi il messaggio, ed io ci rimanevo malissimo.
Alcuni esempi: tornavo da scuola tutta felice e mostravo ai miei genitori il mio “buono”. Avevo studiato molto per quel voto! Loro mi guardavano con aria semi-impassibile e dicevano: “Tizia ha preso distinto: lui ha studiato più di te.” È come se ti gettassero una secchiata di acqua gelata in testa! La volta dopo mi impegno di più, studio tutta la sera fino alle dieci, e pure io prendo sto cazzo di distinto. Loro, sempre con la stessa espressione dicono: “Caio ha preso ottimo. Lui si è che uno che studia!”. Posso garantire che certe affermazioni non fanno bene all’amor proprio. Specie ad una come me che tende facilmente ad abbattersi e a compatirsi.
Non parliamo poi di quando prendevo voti negativi. La frase più celebre, che mi è rimasta impressa nella mente come un marchio a fuoco è la seguente: “Guarda, Sempronio non ha mai preso un’insufficienza. Lui avrà un buon lavoro, guadagnerà molti soldi mentre tu farai un lavoro misero e sarai una nullità”. Dopo quella frase tutto il mondo mi crollò addosso. Cominciai a sentirmi una nullità e attorno ai dieci anni cominciai poi a pensare che cazzo fossi venuta al mondo a fare, se non riuscivo a soddisfare i miei genitori. Del resto, ogni bambino mira a soddisfare i propri genitori, per avere una parola carina da loro. Quante volte avrei voluto ricevere un complimento da loro! So solo che è successo, la prima volta, quando mi sono diplomata con 82/100. Ma ormai non avevo più bisogno del loro conforto morale!
Crescendo mi sono resa conto che quelle persone “perfette” poi tanto perfette non erano. Una bambina di nome A.(Tizia nell'esempio)), con lunghi codini neri e antipatica come la merda, paragone costante per via dei suoi bei voti e per il fatto che studiava danza, a dodici anni a cominciato a darla in giro a destra e a manca. A quattordici è rimasta incinta ed è stata costretta a mollare la scuola. Ora, se sono ben aggiornata, dovrebbe avere quattro figli e dimostrare almeno quarant’anni! L'altro (Caio), che aveva sempre ottimo specialmente in matematica, è stato bocciato due volte in prima liceo e adesso fa il magütt (muratore) a cottimo. L’ultimo (Sempronio), quello che finiva i compiti delle vacanze sempre prima di me e che secondo mio padre avrebbe dovuto diventare una specie di capitano d'indsutria, adesso fa l’operaio ed è più ignorante di una capra del Gennargentu analfabeta.
Conclusione: la strada per la perfezione non esiste. Non cercatela, non la troverete. E se vi viene voglia di fare paragoni scemi, giocate con i Sims: il massimo che loro possono fare è litigare con il vicino o darsi accidentalmente fuoco mentre cucinano! :-p