Monday 25 September 2006

PERSONE CHE HO CONOSCIUTO DA VICINO: (4) A. DETTO “LO SCOPETTA”

È una persona particolare. Totalmente fuori dal comune. Una persona che vale la pena di descrivere, anche se so che non tutti mi crederanno. Se non ci credete, posso sempre presentarvelo…a vostro rischio e pericolo!

Ha piccole mani, piccoli piedi, piccola testa, cervello inesistente…tutto mignon! Ma ha una panza tanta che Andrea, in confronto a lui, sembra un anoressico. Ha una vocina da bambina spaurita, peccato che i discorsi che facciano non solo fanno cadere i ciglioni a uno che non li ha, ma sicuramente battono qualsiasi definizione “tritaballesca” che suole dare la MaryLo.

Lui ha un lavoro di prestigio. Una società con suo padre. Vende di tutto, soprattutto fumo negli occhi. Non ha la benché minima idea di che cosa significhi vendere, ne guadagnare. Va a naso, vende schifezza, il suo guadagno è un cerchietto che i matematici hanno nominato “zero”.

Lui è troppo superiore per andare a lavorare “sotto padrone”, come dice lui. E credo si senta troppo intelligente, bello, forte e potente per poter lavorare come dipendente. Le sue grandi capacità devono essere messe al servizio dell’umanità, ma deve essere totalmente indipendente.

È un gran lavoratore. Ecco la sua giornata. Sveglia attorno alle cinque, sei del pomeriggio. Colazione/pranzo/cena, tre in uno. Poi viva, verso nuovi orizzonti. In cerca di “clienti”. In poche parole va a “vendere”. Torna a casa attorno alle dieci, undici del mattino e va a letto. Non ha venduto un cavolo. Ma è felice. Questo fino a poco tempo fa.

Sempre fino a poco tempo fa era preda di attacchi violenti di egocentrismo mistico. Si vantava di grandi vendite che nessuno aveva mai visto. Faceva la coda di pavone, dicendo di aver venduto enormi quantità di merce. Una volta è addirittura arrivato a dire che un suo “cliente” lo aveva pregato in ginocchio di vendergli un articolo! Roba da matti! Lo so, non mi crederete. È pura realtà.

Adesso purtroppo le cose vanno maluccio. Troppa concorrenza, dice. Troppa gente che lavora in nero, ripete. Troppa crisi, suole frignare.

Vittima di se stesso e della “società”, vorrebbe chiudere la sua “azienda” e lavorare in “nero”. Però vorrebbe salvarla il più possibile. Cerca soci. Se qualcuno è abbastanza pazzo e abbastanza stufo della vita, posso fare il suo nome ad A.

Non voglio offenderlo. Alla fine è simpatico. Quando sono giù di morale e ascolto le sue storie, mi piego in due dalle risate. È solo che non si rende conto che è un poveretto. O forse se ne rende conto, ma non vuole ammetterlo. E continua a piangersi addosso. Con l’aiuto di mammà e papà.

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